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Regno Unito, neonata di tre mesi lasciata morire di stenti: genitori condannati con una pena severa

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Temevano che i servizi sociali portassero via anche la quinta figlia: neonata di tre mesi abbandonata e lasciata morire, genitori condannati.

Un caso recente nel Regno Unito ha scosso l’opinione pubblica, mostrando come scelte personali e negligenza possano avere conseguenze irreversibili. Al centro, la morte di una neonata e le responsabilità dei genitori, la cui condotta ha trasformato un dramma familiare in un processo seguito dai media e dal pubblico di tutto il Paese, fino a una condanna severa.

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Un caso giudiziario che ha catturato l’attenzione del Regno Unito si è concluso con una condanna severa, dopo mesi di indagini e procedimenti segnati da colpi di scena e tensione in aula. La vicenda ruota attorno alla morte di una neonata, ritrovata senza vita vicino a Brighton nel marzo del 2023, e alle responsabilità dei suoi genitori. La storia, oltre al dramma umano, ha fatto parlare per i legami aristocratici della madre e il passato criminale del compagno, creando un mix di scandalo e incredulità tra la comunità.

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La Corte di Old Bailey, a Londra, ha inflitto 14 anni di carcere a Constance Marten, 37 anni, e al suo compagno Mark Gordon, 51 anni, ritenuti colpevoli di infanticidio colposo e negligenza grave. La neonata, Victoria, era stata abbandonata e lasciata morire di stenti, secondo quanto accertato dagli inquirenti durante un’indagine durata settimane a seguito di una denuncia tardiva.

Il processo, molto seguito dai media, è stato caratterizzato da momenti di tensione, tra cui il tentativo degli imputati di scambiarsi bigliettini in aula, comportamento definito dal giudice “irrispettoso” e in linea con la negligenza grave di cui erano accusati.

Il caso rappresenta il secondo round processuale per la coppia: un primo procedimento, conclusosi nel 2024, non aveva portato a una condanna completa a causa della divisione della giuria sui capi più gravi. Tuttavia, il verdetto unanime sulle imputazioni collaterali di ostruzione della giustizia e occultamento del parto e del cadavere aveva spinto gli investigatori a richiedere un nuovo processo, culminato con la sentenza piena.

Constance Marten, appartenente a una famiglia aristocratica con legami storici, seppur non di sangue, con la Royal Family, aveva testimoniato negando ogni intenzione di nuocere alla figlia. Tuttavia, le sue spiegazioni non hanno chiarito i motivi della fuga né la decisione di affidarsi allo stile di vita turbolento del compagno, già condannato negli Stati Uniti per violenza sessuale.