Liviu Apetrei, romeno di 38 anni, porta un livido su un fianco e una grande preoccupazione nel cuore. La scorsa settimana si è difeso durante l’incursione dei ladri, spingendoli giù dal terrazzo di casa. È successo nella frazione di Colfrancui, in una zona residenziale molto abitata. I banditi erano tre, con il passamontagna; prima di arrampicarsi sul retro avevano disattivato una luce esterna.
Un vero assalto. Il camionista non riesce a spiegarselo: dall’esterno si vede chiaramente che si tratta di un alloggio modesto, non c’è nulla di lussuoso.
Treviso, ladri in casa: li lancia dal balcone
Alla domanda se i ladri tornassero sul terrazzo, rifarebbe lo stesso gesto e se si sente un eroe, nell’intervista de Il Gazzettino, Liviu risponde: “No, non mi sento un eroe, ho reagito d’istinto perché ho avvertito che la mia famiglia veniva messa in pericolo. Io sono buono come il pane, ma non toccatemi la mia famiglia. Logico che, se in futuro, mia moglie e le mie tre figlie fossero nuovamente in pericolo, reagirei allo stesso modo”. L’intervista prosegue con alcune riflessioni e raccomandazioni. “È andata bene perché ero in casa, sono un uomo di una certa prestanza fisica, ho sempre cercato di mantenermi in forma. Se a trovarsi in una situazione simile fosse una donna, o un anziano, o una persona diciamo normale, ecco il mio consiglio è di non reagire. A mia moglie ho sempre detto: se entrano i ladri, tu girati dall’altra parte, russa pure, fai finta di dormire”.
Come sono entrati i ladri in casa e poi come li ha respinti dal balcone
Il camionista ricorda dettagliatamente lo svolgimento della dinamica: “Erano circa le 22, fuori stranamente era tutto buio. Ho scoperto poi che avevano disattivato la lampada esterna. Sono saliti dal terrazzo sul retro, si vedono ancora le impronte sul muro. Hanno tentato di scardinare la porta-finestra. Noi eravamo in casa, ho sentito il rumore. Dapprima ho pensato fosse il mio vicino, sentendo che il rumore continuava, sono uscito sul terrazzo. E me li sono trovati di fronte tutti e tre”. Continua poi il racconto di Liviu: “D’impeto mi sono scagliato contro il primo e l’ho fatto volare di sotto. Gli altri due non sono stati con le mani in mano, mi sono venuti subito addosso spingendomi con forza contro il muro. Tanto che ho ancora un livido sul fianco. Sentivo che la mia famiglia era in pericolo e questo mi ha centuplicato il coraggio. Ho raddoppiato gli sforzi, li ho spinti tutti e due lontano da me, a mani nude. Si sono voltati per saltare giù dal poggiolo ed io li ho spinti, ma sono atterrati in piedi. Un vicino di casa, dall’altra parte della strada ha visto tutto. Sono fuggiti a bordo di un’auto nera, col motore truccato, rombava parecchio e aveva dietro un spoiler. Ma chi ha visto non è stato in grado di dirmi di che marca era, mi hanno detto chi una Volkswagen, chi una Ford”. E poi le considerazioni da ora in avanti: “I carabinieri sono arrivati subito. Mia moglie è terrorizzata, non riesce a dormire la notte, teme che ritornino. Ho chiesto al mio titolare di non fare più viaggi di sera, devo stare a casa con la mia famiglia. I ladri secondo me hanno tenuto d’occhio la casa, hanno visto che il camion non c’era (l’avevo lasciato altrove). Pensavano che mia moglie fosse da sola in casa. Questo, a pensarci bene, è terribile”.