Cos'è la Doll Therapy, un aiuto per i malati di Alzheimer

Cos'è la Doll Therapy, come funziona e che benefici apporta a chi soffre di Alzheimer la terapia ideata dal dottor Ivo Cilesi?

L’inventore di una delle più innovative modalità di sostegno per le persone affette da demenza e Alzheimer, Ivo Cilesi, è deceduto per colpa del Coronavirus a inizio marzo 2020.

Pur essendo rivolto principalmente a pazienti anziani, per capire cos’è la Doll Therapy e come funziona bisogna tornare indietro a quando eravamo bambini.

Cos’è la Doll Therapy

In questo tipo di terapia, studiata e brevettata dal dottore genovese, viene utilizzata una bambola.

Secondo la teoria dell’attaccamento, in situazioni di grande stress, non familiari e che provocano forte insicurezza si cerca “un appiglio”. Capita sovente nei bambini, ma anche in alcuni adulti.

Le persone affette da demenza o Alzheimer si trovano spesso a provare sensazioni del genere, per questo motivo l’impiego di una bambola potrebbe fungere da oggetto “transizionale” per loro, rassicurante.

Molti comportamenti di pazienti del genere dimostrano infatti bisogno di attaccamento.

Benefici della Doll Therapy

Nella Doll Therapy uno degli obiettivi è quello di promuovere sensazioni relative alle proprie capacità, riportando anche alla memoria situazioni vissute nell’infanzia, assieme ai genitori. A migliorare inoltre è anche la capacità sensoriale: il tatto e la comunicazione sono alla base di questo innovativo approccio.

Alcuni ricercatori hanno riscontrato nei pazienti una riduzione dello stress e un aumento dell’autostima oltre che del senso di protezione materno: tanti di loro si sono occupati della bambola come se fosse un figlio.

Non tutti però ne traggono benefici, infatti si tratta di una terapia la quale efficacia varia da persona a persona.

Un dilemma etico

La Doll Therapy è da sempre al centro di un dilemma etico, principalmente perché l’immagine che viene data dei pazienti ai loro familiari potrebbe sembrare non dignitosa. In realtà, escludere questa terapia da quelle utili al benessere delle persone affette da demenza o Alzheimer potrebbe rappresentare una violazione dei diritti elencati dall’OMS.

Anche lo staff medico ha accolto la Doll Therapy in modo positivo, data la comprovata riduzione dello stress nei pazienti, che si traduce nello svolgimento di un lavoro più sereno per loro. Sono 47,5 milioni le persone affette da demenza nel mondo, ma secondo una stima dell’OMS saliranno a 75,6 milioni entro il 2030.