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Negli ultimi mesi, il conflitto tra Ucraina e Russia ha attirato l’attenzione dell’Unione Europea, che ha cercato di sostenere Kiev con aiuti finanziari e sanzioni contro Mosca. Tuttavia, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha espresso forti riserve riguardo a tali misure, definendo il supporto dell’UE a Kiev come folle e insostenibile.
Le dichiarazioni di Orbán
In una recente intervista con Mathias Döpfner, CEO di Axel Springer, Orbán ha affermato che l’Ucraina non ha alcuna possibilità di vincere contro l’invasione russa e ha criticato l’UE per continuare a finanziare un conflitto senza speranza. “Abbiamo già speso 185 miliardi di euro e non sembra che ci fermeremo qui. Stiamo finanziando un paese che è destinato alla sconfitta”, ha dichiarato Orbán nel podcast MD MEETS.
La posizione dell’Unione Europea
Le affermazioni del premier ungherese si inseriscono in un contesto europeo in cui i leader stanno discutendo di come gestire la crisi in corso. Orbán ha suggerito che i leader europei stiano allungando il conflitto per ottenere una posizione di negoziazione più favorevole, affermando: “Vogliono continuare la guerra, mentre la realtà attuale favorisce i russi”. Secondo Orbán, è fondamentale fermare il conflitto il prima possibile.
Possibili negoziati di pace
Orbán ha anche ipotizzato che le future trattative di pace potrebbero coinvolgere un accordo tra Stati Uniti e Russia, lasciando ai paesi europei un ruolo secondario. Ha sottolineato l’importanza di instaurare un canale di comunicazione diretto con Mosca per facilitare i negoziati. “Gli americani devono negoziare con i russi e noi europei dobbiamo fare lo stesso. Solo così potremo allineare le nostre posizioni”, ha affermato.
Le sanzioni e i rapporti con gli Stati Uniti
Recentemente, gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni su importanti aziende energetiche russe, mentre Orbán ha cercato di ottenere un’esenzione dalle sanzioni sul petrolio russo. Il primo ministro ungherese ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con l’amministrazione Trump per un’esenzione che durerebbe fino alla fine del suo mandato, previsto per le elezioni nazionali del prossimo aprile. Tuttavia, gli Stati Uniti sostengono che l’esenzione sia limitata a un anno.
Le preoccupazioni per la sicurezza europea
Nonostante le tensioni, Orbán ha minimizzato le preoccupazioni riguardanti un potenziale attacco russo a un altro paese europeo o a uno stato membro della NATO. “È ridicolo pensare che i russi possano attaccare l’Unione Europea o la NATO; semplicemente non hanno la forza necessaria. Siamo molto più forti”, ha affermato con sicurezza.
In questo contesto, il premier ungherese ha messo in evidenza la necessità di un nuovo sistema di sicurezza postbellico per l’Ucraina, che includa un accordo di pace finalizzato a stabilizzare le frontiere e a creare una zona demilitarizzata. Orbán ha affermato che, a meno di un miracolo, la Russia continuerà a occupare il territorio dell’Ucraina orientale, in particolare la regione di Donetsk, anche dopo la fine del conflitto.
Le posizioni di Orbán si distaccano nettamente da quelle di altri leader europei, che continuano a sostenere l’Ucraina in una lotta che sembra destinata a protrarsi nel tempo. La mancanza di unità tra i ventisette stati membri dell’UE complica ulteriormente la situazione, rendendo difficile trovare un approccio comune per affrontare la crisi.