> > Disastro volo Air India: cosa rivelano le prime analisi sull’incidente

Disastro volo Air India: cosa rivelano le prime analisi sull’incidente

air india precipitato

Volo AI171 precipitato, prime piste investigative: l’ipotesi di un intervento umano prende forma. Le autorità fanno chiarezza.

Il recente incidente che ha coinvolto un volo Air India ha suscitato grande preoccupazione a livello internazionale. L’aereo è precipitato durante una tratta di linea, causando vittime e sollevando numerose domande sulle dinamiche dell’accaduto. Le autorità competenti hanno avviato un’indagine approfondita per far luce sulle cause del disastro. I risultati preliminari, appena resi noti, offrono le prime risposte e tracciano una possibile ricostruzione dei fatti.

Il disastro del volo AI171: 270 vittime e indagini in corso

Il volo AI171 di Air India è precipitato ad Ahmedabad appena trenta secondi dopo il decollo. Era diretto all’aeroporto di Londra Gatwick. Il bilancio è drammatico: 270 morti, tra cui 241 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, e 29 persone colpite a terra mentre si trovavano nella mensa di un campus universitario. Solo un passeggero è sopravvissuto.

Perché è precipitato il volo Air India? I primi risultati dell’indagine

Due interruttori cruciali, responsabili dell’alimentazione di carburante ai motori del Boeing 787 Dreamliner dell’Air India precipitato lo scorso giugno, sarebbero risultati disattivati al momento dell’incidente. Questo dettaglio, emerso dai dati del Flight Data Recorder, suggerisce che qualcuno all’interno della cabina – forse uno dei piloti – abbia volontariamente o accidentalmente interrotto il flusso di cherosene subito dopo il decollo, causando la perdita di spinta che ha portato allo schianto e alla morte di 260 persone. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, che cita fonti informate e vicine all’indagine, si tratta delle prime conclusioni provvisorie a cui sono giunti gli investigatori statunitensi.

L’aeromobile non presentava anomalie tecniche o guasti meccanici evidenti. Gli inquirenti stanno ora cercando di determinare se i comandi siano stati azionati per errore, come reazione a una possibile emergenza, o in modo deliberato. In condizioni normali, infatti, tali leve restano attivate durante tutto il volo.

Sebbene tecnicamente fosse possibile riavviarli, il tempo necessario per riportarli a piena potenza avrebbe richiesto altitudine e secondi che il velivolo, appena decollato, non aveva. Secondo The Air Current, che per primo ha diffuso la notizia, confermata poi dal Wall Street Journal, queste leve sono progettate per essere manovrate solo in tre momenti precisi: per avviare i motori, spegnerli dopo l’atterraggio o – in rari casi – durante il volo per risolvere problemi specifici.