Festa del Lavoro, Mattarella: "È l’ora della prudenza. Le istituzioni collaborino"

Sergio Mattarella si rivolge ai cittadini nella giornata del primo maggio, ricordando come la sicurezza e il lavoro non possano contrapporsi.

Un’altra importante data per la Repubblica italiana che si festeggia in piena emergenza.

Dopo l’appuntamento del 25 aprile – Festa della Liberazione – l’Italia festeggia la Festa del Lavoro: il presidente Sergio Mattarella, per l’occasione, si è rivolto ai cittadini. “Viviamo questo primo maggio con il pensiero all’Italia che vuole costruire il suo domani – esordisce il Capo dello Stato -. Non ci può essere Repubblica senza lavoro, come afferma solennemente il primo articolo della nostra Costituzione”. Ma al tempo stesso, lavoro e sicurezza non possono che andare di pari passo.

Festa del Lavoro: messaggio di Mattarella

Si concentra sul concetto del lavoro il messaggio di Sergio Mattarella per la la festa del primo maggio: un’occasione che gli italiani vivranno in lockdown, ancora per qualche giorno.

Molti in questi giorni sono preoccupati perché non possono riaprire le loro attività e temono di non riuscire a vedere la luce in fondo a questo tunnel. Ma Mattarella dona speranza con le sue parole e parla di un’Italia “che vuole costruire il suo domani”.

“Il lavoro – ha detto il Presidente – è stato motore di crescita sociale, economica, nei diritti, in questi settantaquattro anni di Repubblica. Perché il lavoro è condizione di libertà, di dignità e di autonomia per le persone.

Consente a ciascuno di costruire il proprio futuro e di rendere l’intera comunità più intensamente unita”.

Questo concetto di libertà, prosegue Mattarella, “va ribadito con determinazione nella attuale situazione, in cui la diffusione del virus ha colpito duramente il nostro popolo, costringendoci, a un temporaneo congelamento delle attività. In Italia, come in tutto il mondo, le conseguenze della pandemia mettono a rischio tanti posti di lavoro”.

E pensando al legame tra lavoro e sicurezza, il Capo dello Stato non può che rivolgere il suo grazie agli operatori sanitari e alle Forze dell’Ordine, impegnati in prima linea in questa emergenza. Non dimentica nemmeno di citare gli “operatori del settore della logistica e dei trasporti, della distribuzione, di filiere produttive essenziali, del sistema di istruzione”. Il loro impegno, “pur tra molte difficoltà, ha consentito, giorno dopo giorno, al nostro Paese di non fermarsi e di andare avanti, sia pure funzionando a velocità ridotta”.

Fase 2

Volgendo l’attenzione alla fase 2, il monito di Mattarella è verso le forze politiche. Ora occorre “guardare alla ripresa: e ad essa, vanno indirizzati, in modo concorde, gli sforzi di tutti, senza distrazioni o negligenze”. Per poter ripartire – ribadisce – sono necessari “gli sforzi di tutti, a cominciare dal consolidamento dei risultati sin qui ottenuti nella lotta al virus, a un equo, efficace e tempestivo sostegno alle famiglie e alle attività produttive, a quanti sono rimasti disoccupati e senza reddito, in modo da conservare intatte tutte le risorse del nostro capitale sociale e da consentire di far sopravvivere e far compiere un salto di qualità alla organizzazione delle imprese e alla offerta di servizi, con scelte avvedute, nella consapevolezza che sono destinate a incidere sulla qualità della vita di ciascuna famiglia, sugli stessi tempi e ritmi della vita quotidiana delle persone”.

Se l’Italia potrà ripartire, dovrà comunque tenere viva “l’angoscia delle settimane precedenti, sotto la violenta e veloce aggressione del virus”, senza dimenticare “che abbiamo superato i 200mila contagi e che ogni giorno dobbiamo piangere alcune centinaia di vittime”. E Mattarella ricorda che “non può esservi – e non vi è – contrapposizione tra sicurezza, salute e lavoro”.

Dopo la ripresa

Questa pandemia ha cambiato molto l’Italia e in particolare gli italiani: ci ha insegnato quali sono i punti sui quali dobbiamo ancora lavorare.

“Questo cambiamento – ha ricordato Mattarella – andrà sapientemente governato affinché la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarietà ed esclusioni ma sia l’occasione, al contrario, per affrontare efficacemente ritardi antichi come quelli del lavoro per i giovani e le donne, particolarmente acuti nelle aree del Mezzogiorno. Come il lavoro in nero o irregolare, da fare emergere per esigenza di giustizia e contro l’insopportabile sfruttamento. Il ruolo degli imprenditori – piccoli e medi, lavoratori autonomi e grandi imprese – appare centrale, assieme a quello della ricerca, in questo processo di riprogettazione delle filiere produttive e distributive”.

Festeggiando il Lavoro, oggi, “non possiamo non riconoscere gli importanti traguardi di giustizia sociale conseguiti attraverso le battaglie dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali, efficaci strumenti di progresso ed eguaglianza”.

L’Unione Europea

Un passaggio del discorso di Mattarella riguarda poi l’Unione Europea e il suo ruolo in questa lotta contro un nemico invisibile. “La battuta d’arresto che abbiamo subìto – ha detto il Capo dello Stato – spinge ad accelerare verso un cambiamento che sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti, cui possono con efficacia contribuire le importanti decisioni già assunte e in corso di definizione da parte dell’Unione Europea”.

L’appello a istituzione e italiani

Infine, Mattarella si rivolge direttamente alle istituzioni e ai cittadini. Invita le prime a istituire “un responsabile clima di leale collaborazione tra le istituzioni e nelle istituzioni”. Mentre ai cittadini rivela: “So che possiamo fare affidamento sul senso di responsabilità dei nostri concittadini – manifestato, in questo periodo, in misura ammirevole dalla loro quasi totalità – perché, nelle nuove condizioni, ci si continui a comportare con la necessaria prudenza”.

infine, un ultimo monito al governo: “Sono necessarie indicazioni – ragionevoli e chiare – da parte delle istituzioni di governo ma, oltre al loro rispetto, è soprattutto decisiva la spontanea capacità di adottare comportamenti coerenti nella comune responsabilità di sicurezza per la salute. Attraversiamo un passaggio d’epoca pieno di difficoltà. Riusciremo a superarle“.