La Polonia ha scelto il suo nuovo presidente al termine di un ballottaggio combattuto e fortemente polarizzato. Con il 50,89% dei voti, il sovranista Karol Nawrocki, 42 anni, ha avuto la meglio sul sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, esponente filoeuropeista di Piattaforma Civica. L’esito delle elezioni conferma una profonda spaccatura nel Paese tra visioni opposte sull’identità nazionale, il ruolo dell’Unione Europea e le politiche sui diritti civili.
Elezioni Polonia: chi è Karol Nawrocki
Karol Nawrocki, 42 anni, è stato il candidato scelto dal partito nazional-conservatore Diritto e Giustizia (PiS) per le elezioni presidenziali polacche. Storico con un dottorato di ricerca e un MBA, Nawrocki è specializzato nello studio del ruolo dell’Unione Sovietica nella Polonia del dopoguerra.
Il percorso accademico e professionale di Nawrocki è sempre stato in linea con la visione patriottica del PiS. Ha diretto il Museo della Seconda Guerra Mondiale di Danzica (2017–2021) e, dal 2021, guida l’Istituto della Memoria Nazionale, focalizzandosi sui crimini sovietici. Le sue posizioni riflettono l’approccio ideologico del partito, soprattutto nel contrasto alla nuova storiografia sulla Shoah.
Pur privo di esperienza politica, è stato scelto dal PiS come candidato strategico: figura nuova, senza legami con gli scandali del partito, e capace di parlare a un elettorato sensibile ai temi dell’identità e della memoria nazionale.
All’inizio della campagna, Nawrocki ha faticato a imporsi, penalizzato dall’inesperienza e da un basso profilo mediatico. A fine 2024 era dato al 20-22%, ben dietro Trzaskowski. Con il tempo, però, ha guadagnato consensi grazie alla mobilitazione del PiS e a un’intensa attività sul territorio, chiudendo il primo turno al 29,5%, vicino al rivale (31,4%). Alla vigilia del voto, i sondaggi lo davano in vantaggio con il 50,1%.
La sua candidatura, però, è stata segnata da polemiche: dai legami con ambienti di estrema destra a un controverso acquisto immobiliare.
Lo slogan “Prima la Polonia, prima i polacchi” riflette l’impronta trumpiana di Nawrocki, che non ha nascosto l’ammirazione per il presidente USA. Pur sostenendo l’Ucraina, ha criticato i benefici ai rifugiati e chiesto priorità per i polacchi nei servizi pubblici. Ha inoltre accusato Zelensky di ingratitudine.
Nel maggio 2025 ha incontrato Trump alla Casa Bianca, ricevendo anche il sostegno pubblico della segretaria alla Sicurezza interna Kristi Noem, suscitando accuse di ingerenza. Le sue posizioni sull’immigrazione ricalcano quelle dell’ultradestra americana: più controlli al confine con la Germania e richiesta di riparazioni di guerra a Berlino.
Alcune inchieste giornalistiche hanno riaperto vecchie accuse sul suo passato da guardia in hotel, secondo cui avrebbe favorito incontri con prostitute. Nawrocki ha smentito, parlando di “calunnie”.
Polonia, il sovranista Nawrocki conquista la presidenza
Karol Nawrocki ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Polonia con il 50,89% dei voti (10,6 milioni), battendo il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski, fermo al 49,11% (10,2 milioni). Lo riporta l’agenzia PAP, citando i dati ufficiali della Commissione elettorale nazionale. L’affluenza ha raggiunto il 71,63%, la più alta mai registrata per una presidenziale nel Paese.
Trzaskowski ha prevalso nettamente nei grandi centri urbani, dove ha ottenuto fino al 67,8% dei consensi. Nawrocki, sostenuto dai conservatori del PiS, ha invece dominato nelle aree rurali con il 63,4%. Secondo un sondaggio Ipsos, il candidato europeista ha vinto anche nelle città di medie e piccole dimensioni, mentre Nawrocki ha conquistato i giovani tra i 18 e i 29 anni con il 51,9%.
La vittoria di Nawrocki rappresenta una continuità con l’indirizzo conservatore e nazionalista dominante negli ultimi anni, mentre per l’opposizione europeista si tratta di una battuta d’arresto significativa.