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Pagamenti Inps sotto la lente: quali sussidi sono pignorabili e quali no

Inps pagamenti pignorabili

Pagamenti pignorabili Inps: guida alle somme tutelate. Informazioni pratiche per capire quali sussidi possono essere trattenuti e quali no.

Ogni mese milioni di italiani ricevono pagamenti dall’Inps, tra pensioni, indennità di disoccupazione e assegni per i figli. Non tutti questi pagamenti sono pignorabili: alcune somme restano completamente protette, altre possono essere trattenute solo parzialmente, mentre in casi specifici spetta al giudice determinare la quota pignorabile. La circolare n. 130/2025 dell’Inps fornisce indicazioni chiare per distinguere i pagamenti tutelati da quelli che possono essere oggetto di trattenute, aiutando i cittadini a gestire correttamente le proprie entrate.

Calendario e modalità dei pagamenti Inps: come e quando ricevere le prestazioni

Il calendario dei pagamenti Inps, invece, resta organizzato con precisione: le pensioni di ottobre 2025 sono state accreditate a partire dal 1° del mese, direttamente sul conto corrente o tramite carte prepagate abilitate, mentre chi sceglie il ritiro in contanti ha seguito un calendario alfabetico per cognome. L’Inps ha inoltre previsto il cedolino mensile consultabile online per verificare importi, trattenute e conguagli fiscali derivanti dalla dichiarazione dei redditi.

Le altre misure, come l’Assegno unico e universale per i figli, l’Assegno di inclusione e le indennità di disoccupazione, vengono erogate in date stabilite durante il mese, con accrediti differenziati a seconda della tipologia e delle condizioni del beneficiario. Tutti i pagamenti possono essere controllati tramite l’area personale MyINPS, con SPID, CIE, CNS o PIN, garantendo trasparenza e monitoraggio delle proprie entrate.

Prestazioni non pignorabili e protezione dei sussidi

Secondo quanto evidenziato dall’Inps nella circolare n. 130/2025, alcune prestazioni rimangono totalmente al riparo da qualsiasi forma di pignoramento. Tra queste rientrano i sussidi legati ai bisogni fondamentali, come le indennità di maternità e paternità, le prestazioni per malattia, i congedi parentali e i permessi o congedi straordinari destinati all’assistenza di persone con disabilità.

La tutela si estende anche alle indennità antitubercolari, ai contributi per le spese funerarie e alle indennità di malattia destinate ai lavoratori marittimi o agli iscritti alla Gestione separata. La circolare chiarisce inoltre che lo Stato non può utilizzare questi importi per il recupero di tributi o sanzioni, assicurando che tali somme siano destinate esclusivamente a garantire il sostegno economico necessario ai cittadini più vulnerabili.

Somme pignorabili e modalità di pagamento

Per quanto riguarda le prestazioni sostitutive del reddito da lavoro, come la cassa integrazione, la NASPI, la DIS-COLL, l’ISCRO o la mobilità, l’Inps specifica che queste possono essere oggetto di pignoramento, seguendo le stesse regole applicate ai redditi da lavoro dipendente. In particolare, per crediti ordinari o fiscali è possibile trattenere fino a un quinto dell’importo, mentre per crediti alimentari la quota viene determinata dal giudice. In presenza di più pignoramenti contemporanei, la somma trattenibile può arrivare fino al 50% della prestazione.