Coronavirus, quei sogni strani e vividi in tutto il mondo: perché?

Il pericolo del coronavirus non ci lascia in pace neppure nei sogni. I numeri e il parere di studiosi e psicoterapeuti.

Sogni strani, curiosi, vividi durante l’emergenza coronavirus.

Pressoché gli stessi in tutto il mondo. Da più parti in ogni area del pianeta provengono segnalazioni del genere. Si tratta certamente di un periodo “unico” quello che stiamo vivendo. Un periodo fatto di preoccupazioni, ansia e stress. Per non parlare dell’isolamento a cui siamo costretti, della lontananza in molti dai nostri affetti. E poi c’è la routine violata perché vietata, c’è il continuo bombardamento dei media con il suo flusso di notizie più o meno urlate e più o meno costanti.

È così che il coronavirus sta influenzando i nostri sogni?

I sogni durante l’emergenza coronavirus

Ad aiutarci ad analizzare questo strano fenomeno sono piattaforme social e pareri di psicologi, studiosi e psicoterapeuti. L’emergenza coronavirus non ci lascia in pace nemmeno nei sogni, che non sono per forza incubi, adesso che gran parte della popolazione mondiale si trova in quarantena.

Weird dreams

Il sito web Pulsar ha raccolto in particolare le menzioni su Twitter riguardanti i “weird dreams”, ovvero i sogni strani.

Le menzioni tra i mesi di gennaio e marzo 2020 sono aumentate in maniera esponenziale rispetto allo stesso periodo del 2019: l’8 marzo hanno raggiunto quota 5mila. Pulsar offre una visualizzazione globale di come si diffondono le tendenze seguendo anche conversazioni specifiche.

Cibo, lavoro, ansia, folla

Molto interessante il progetto di I dream of covid, un blog nato per raccogliere i racconti dei sogni delle persone in quarantena da coronavirus.

Stando ai dati raccolti tra i termini citati con più frequenza in tutto il mondi ci sono cibo, lavoro, ansia, folla e pericolo. “Ho fatto un sogno piuttosto vago – spiega il responsabile del sito – di cui non riuscivo a ricordare nessuno dei dettagli. Mi sono però reso conto che i personaggi del mio sogno erano socialmente distanti. Ci si incontrava ma non ci si stringeva la mano. Wow, ho pensato.

Non ci è voluto molto perché i cambiamenti nella vita di ogni giorno ricadessero sull’inconscio”.

Elaborazione condivisa

Lo stesso blog cita il caso della giornalista e scrittrice Charlotte Beradt che nel suo libro The Third Reich of Dreams monitorò gli effetti dell’autoritarismo e del terrore nella Germania nazista sui sogni delle persone. Beradt scoprì che i sogni erano notevolmente cambiati.

Alcuni avevano persino gli stessi tipi di sogni l’uno dell’altro: una sorta di elaborazione condivisa di un trauma collettivo.

Una quantità enorme di ansia e stress

Il ruolo dei sogni, comunque, dovrebbe essere anche quello di aiutarci ad elaborare le emozioni. “Stiamo elaborando un’enorme quantità di ansia e stress. – ha spiegato lo psicoterapeuta Matthew Bowes. La parte del cervello deputata al pensiero razionale e logico è spenta, ed è per questo che avvertiamo di essere dentro a un sogno senza però riuscire a pensare al fatto che siamo in un sogno”.

“Le persone sognano ciò a cui stanno pensando quando sono sveglie. – ha detto lo psicologo sociale Dylan Selterman – Se siamo stressati a causa della pandemia, per il lavoro o la nostra famiglia, è normale che questo genere di argomenti appaia nei nostri sogni”.