Coronavirus, l'Aifa frena: "Vaccino disponibile nel 2021"

Sono oltre cento i protocolli di ricerca per il vaccino anti-coronavirus. Eppure, il presidente dell'Aifa, Nicola Magrini, pensa al 2021. Le ragioni.

Un vaccino per il coronavirus sarà pronto soltanto tra la primavera e l’estate del 2021.

Lo ha dichiarato Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), durante la conferenza stampa su presso l’Istituto superiore di sanità. Per Magrini, il prossimo anno sarà “il tempo ragionevole” per pensare a un nuovo vaccino, non prima.

L’Aifa, vaccino anti-coronavirus nel 2021

Le parole del numero uno dell’Aifa smorzano le aspettative palesate nei giorni scorsi dalla società farmaceutica AstraZeneca. L’azienda in partnership con l’Università di Oxford aveva annunciato di aver “concluso i primi accordi” per la produzione del vaccino a settembre e garantiva di poter provvedere ad una capacità produttiva di 1 miliardo di dosi. Per Magrini, invece, “il tempo ragionevole per pensare a un vaccino è primavera, estate prossima“.

Poi ha aggiunto un dato incoraggiante: “Ci sono almeno 5-6 candidati vaccini in fase avanzata” e “sono in corso accordi con 4 Paesi europei, di cui l’Italia è parte per assicurare la produzione a livello europeo“. Finora l’Aifa ha dato il via libera a 144 studi sperimentali su farmaci anti-coronavirus: “40 protocolli sono stati approvati” ha aggiunto.

Vaccino: quanto è rischiosa la ricerca?

Nella conferenza stampa, Magrini ha fugato i dubbi sui farmaci ritenuti rischiosi: “L’idea che si sperimenti con farmaci rischiosi non è vera.

La ricerca italiana ha contribuito a quella internazionale in modo eccellente. Anche l’ozono ha avuto alcuni dati positivi, ed è stato fatto uno studio per capirne l’efficacia“. Magrini ha menzionato anche l’idrossiclorochina, il farmaco anti-malarico la cui somministrazione è stata anche consigliata in Brasile con un controverso provvedimento. “Non sembra ci siano attualmente dati molto incoraggianti” ha detto il presidente dell’Aifa.

Ci sono ancora dubbi sulla reale efficacia dell’idrossiclorochina contro il Covid-19.

Lo stesso Magrini ha specificato: “sui possibili danni siamo abbastanza sicuri, soprattutto in alcune categorie di pazienti“.