L’ingresso di Nicolas Sarkozy nel carcere parigino de La Santé segna un evento storico per la Francia: per la prima volta un ex presidente deve scontare una condanna detentiva. La questione centrale riguarda il suo trattamento: detenuto comune o sorvegliato speciale? Tra tradizioni carcerarie, misure di sicurezza eccezionali e riprese virali sui social, il caso solleva dubbi sulla gestione della detenzione di figure politiche di rilievo e sulla sicurezza nelle carceri francesi.
Sarkozy in carcere: sorveglianza costante e misure eccezionali
Nonostante l’isolamento già previsto per la sicurezza dell’ex presidente, il ministro dell’Interno Laurent Nuñez ha spiegato che nella cella adiacente a quella di Sarkozy sono presenti due agenti armati, giorno e notte, in una misura definita “mai vista prima“. Questa scelta ha suscitato proteste tra le guardie, che l’hanno considerata “uno schiaffo alla nostra professionalità“. L’Eliseo ha giustificato le precauzioni per l’ex capo di Stato, ricordando il suo passato impegno contro la criminalità organizzata e il jihadismo.
Sarkozy ha continuato a godere di alcuni privilegi, come un incontro riservato con il presidente Macron prima dell’ingresso in carcere e la visita già annunciata del ministro della Giustizia Gérald Darmanin.
Sarkozy, prima notte (da incubo) in carcere: cos’è successo all’ex Presidente?
Il 21 ottobre l’ex presidente ha iniziato a scontare la sua condanna nel carcere parigino de La Santé, dove ha trascorso la prima notte in una cella di circa nove metri quadrati. Secondo gli avvocati, tutti i detenuti presenti avrebbero fatto rumore, urlato e sbattuto contro i muri, creando un’atmosfera ostile e turbolenta. Alcuni reclusi avrebbero persino ripreso la scena con i loro cellulari e trasmesso in diretta sui social. Un detenuto avrebbe commentato con tono minaccioso: “Farà una brutta detenzione“. Pur se la tradizione carceraria francese prevede che il nome del nuovo arrivato venga urlato la prima notte, in questo caso il clamore è apparso eccessivo.
Marine Le Pen ha definito la situazione “una profonda vergogna”, sottolineando che Sarkozy “non è un detenuto come gli altri” e che “questa barbarie non può compiacerci”.
I legali hanno fatto sapere che, nonostante la turbolenza della prima notte, l’ex presidente ha svolto attività fisica, letto e iniziato a scrivere il suo libro. Nel frattempo, è stata depositata una domanda di libertà condizionale, la cui decisione spetterà al giudice e alla corte d’appello entro due mesi.