La premier Giorgia Meloni chiede chiarezza sui costi delle manifestazioni a sostegno di Gaza e della Flotilla, puntando l’attenzione sui disagi che ricadono sui cittadini italiani. Tra scioperi, blocchi dei trasporti e sospensione dei servizi pubblici, la premier vuole quantificare l’impatto finanziario delle proteste per poterlo poi comunicare con trasparenza agli italiani. La richiesta arriva in un momento di tensione politica e sindacale, mentre il governo valuta strumenti per regolare le mobilitazioni e i sindacati insistono sul diritto alla protesta.
Scioperi per Gaza e Flotilla, la posizione della premier Meloni: reazioni politiche e sindacali
La richiesta di Meloni di avere dati precisi sui costi delle mobilitazioni si inserisce in un contesto di discussioni più ampie nel governo sulla gestione degli scioperi. La Lega propone di introdurre cauzioni da far pagare agli organizzatori e di aumentare le sanzioni in caso di irregolarità nella convocazione delle manifestazioni. Matteo Salvini ha ricordato che le attuali sanzioni, risalenti al 1990, vanno da 2.500 a 50 mila euro, e che il tetto minimo potrebbe essere portato a 10 mila euro attraverso un decreto o una legge parlamentare. Al momento, Forza Italia e la stessa Meloni mostrano scetticismo sull’effettiva introduzione di queste misure per le difficoltà giuridiche connesse.
Dure le reazioni dei sindacati: Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha criticato la premier sostenendo che la dichiarazione sul “weekend lungo” fosse un’offesa a chi lavora e paga le tasse. Landini ha inoltre sottolineato che lo sciopero nasce dalla difesa di valori fondamentali, come la democrazia e il diritto delle persone a vivere in pace, e che un sindacato “non può stare a guardare”.
La premier, dal canto suo, ha precisato che l’unità di crisi della Farnesina è in contatto con gli avvocati degli imbarcati della Flotilla e ha ribadito che l’Italia ha già contribuito con risorse significative, come corridoi umanitari e accoglienza per i malati di Gaza.
Scioperi per Gaza e Flotilla, Giorgia Meloni chiede i costi: “Parlerò agli italiani”
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sollecitato una quantificazione precisa delle spese legate agli scioperi e ai cortei per Gaza e per la Flotilla, parlando di una possibile “operazione politica” dietro le manifestazioni. Durante il Consiglio dei ministri, la premier ha chiesto ai suoi collaboratori di conoscere i costi effettivi, sottolineando che solo successivamente avrebbe riferito tutto agli italiani. L’obiettivo, secondo Meloni, è mostrare ai cittadini il prezzo economico sostenuto dallo Stato e dalle famiglie, tra interruzioni dei servizi pubblici e disagi quotidiani.
Le stime riportate da Il Giornale indicano perdite ingenti: nel settore sanitario, una sola giornata di sciopero comporterebbe la cancellazione di oltre 1,2 milioni di prestazioni, incluse circa 15 mila operazioni chirurgiche e 100 mila visite specialistiche, per un controvalore di almeno 579 milioni di euro. I blocchi ferroviari e portuali aggiungerebbero quasi 260 milioni di euro, mentre scuola e pubblica amministrazione determinerebbero ulteriori 130 milioni di perdite. Sommando anche le spese per la sicurezza, il costo totale si avvicinerebbe al miliardo di euro.