Il comportamento degli studenti torna al centro dell’attenzione: con l’introduzione dell’esame di cittadinanza per chi riceve un 6 in condotta, il Ministero dell’Istruzione punta a rafforzare il valore educativo della scuola e il rispetto delle regole. Ma in cosa consiste questo nuovo esame e quali sono le conseguenze pratiche per gli studenti?
Scuola, la condotta torna a essere formativa, non solo disciplinare
Secondo quanto ribadito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’obiettivo della riforma è quello di restituire al voto in condotta un ruolo centrale nel percorso formativo, inteso come indicatore del rispetto verso le persone, le regole e la comunità scolastica.
Il comportamento degli alunni sarà valutato su base annuale, con particolare attenzione a episodi di violenza o atteggiamenti aggressivi nei confronti di docenti e compagni. Le sanzioni disciplinari subiranno un cambiamento profondo: le sospensioni non si limiteranno più all’esclusione temporanea dalle lezioni, ma potranno essere sostituite da attività di riflessione guidata o da esperienze di cittadinanza solidale presso enti esterni, in una logica educativa e non meramente punitiva.
Il ministro Valditara ha definito la riforma un messaggio chiaro: la scuola deve essere un luogo dove il rispetto, il merito e la responsabilità personale vengono valorizzati. In aggiunta, è previsto che solo chi ottiene almeno 9 in condotta potrà accedere al massimo dei crediti, influenzando così anche il voto finale dell’esame di maturità.
“È un segnale forte e chiaro: nella scuola italiana il rispetto per la persona e per le istituzioni è imprescindibile. Con questa riforma, il voto di condotta torna a essere un importante strumento educativo per far crescere cittadini responsabili e consapevoli. Vogliamo una scuola autorevole, non autoritaria, in cui il merito, il rispetto e la centralità della persona sono fondamentali”.
Scuola, il 6 in condotta farà scattare l’esame di cittadinanza: cos’è e come funziona
Con l’approvazione definitiva dei nuovi regolamenti da parte del Consiglio dei Ministri, prende ufficialmente avvio una riforma che modifica il significato e le conseguenze del voto in condotta nella scuola secondaria, sia di primo che di secondo grado.
A partire dal prossimo anno scolastico, gli studenti che otterranno un voto di 6 in comportamento non potranno accedere direttamente alla classe successiva, ma dovranno affrontare un esame di cittadinanza. Questo consisterà nella stesura di un elaborato su temi di cittadinanza attiva, con un legame diretto alle motivazioni che hanno portato alla valutazione insufficiente sotto il profilo comportamentale. La soglia minima per la promozione verrà dunque fissata a 7 decimi. Chi scenderà sotto il 5, come già stabilito dalla legge approvata nel settembre precedente, sarà automaticamente respinto.