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Spazio, pronta al lancio la sonda Nasa DART di difesa planetaria

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Vandenberg, 17 nov. (askanews) - È prevista per il 24 novembre 2021 la partenza della sonda DART della Nasa, dalla base di Vandenberg, in California (Usa), a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX. La sigla DART sta per Double Asteroid Redirection Test ed è la prima missione spaziale di difesa pla...

Vandenberg, 17 nov. (askanews) – È prevista per il 24 novembre 2021 la partenza della sonda DART della Nasa, dalla base di Vandenberg, in California (Usa), a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX. La sigla DART sta per Double Asteroid Redirection Test ed è la prima missione spaziale di difesa planeraria che mira a verificare e convalidare il sistema di modifica, tramite un impatto, della rotta di un asteroide potenzialmente pericoloso per la Terra.

Obiettivo: l’asteriode doppio Didymos, un sistema binario con 2 corpi rocciosi che orbitano l’uno intorno all’altro. Guidata da un sensore d’assetto realizzato da Leonardo, DART mirerà al più piccolo, Dimorphos, dal diametro di circa 160 metri.

Si schianterà contro la sua superficie nell’ottobre 2022, cercando di deviarne l’orbita a scopo dimostrativo. Quattro anni dopo, nel 2026 una seconda missione, HERA dell’Esa, con un importante contributo dell’Agenzia spaziale italiana e dell’industria aerospaziale italiana, andrà a verificare da vicino se l’impatto avrà avuto successo.

Anche nella missione DART c’è un forte coinvolgimento italiano, attraverso l’Asi. Oltre al sensore d’assetto, infatti, sulla sonda ci sarà il nanosatellite italiano LICIAcube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), sviluppato dalla Argotec di Torino, in collaborazione con INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), Politecnico di Milano e Università di Bologna.

Il suo compito sarà scattare foto con una risoluzione di circa 4 Megapixel, dell’impatto che, dopo circa 2 ore, arriveranno agli scienziati sulla Terra. Così David Avino, Ceo di Argotec, aveva illustrato ad askanews le caratteristiche del satellite.

“Le tecnologie che sono state sviluppate per LiciaCube – ha spiegato Avino – sono avanzatissime, soprattutto dal punto di vista dell’Autonomous Navigation. Noi abbiamo creato una piattaforma che è in grado di navigare in modo autonomo. Questa è una tecnologia molto importante che avrà, sicuramente, delle altre applicazioni; noi le stiamo già applicando in altri satelliti, soprattutto nelle costellazioni dove una cosa molto importante è cercare di rendere i satelliti il più indipendente possibile. Nello stesso momento un altra tecnologia importante è stata sviluppata attraverso l’Intelligenza Artificiale per il riconoscimento automatico completamente autonomo di target. Questo era necessario soprattutto per il fatto che il nostro satellite LiciaCube viaggia molto lontano dalla Terra, circa 11 milioni di chilometri dalla Terra e comandarlo dal nostro centro di controllo sarebbe stato quasi impossibile, visto che c è un ritardo di circa 40 secondi. Sicuramente la fase di operazione sarà una fase molto emozionante così come, in questo periodo, mentre ci stiamo proprio preparando alla fase operativa il team di Argotec sta vivendo con grande emozione questa questo importante evento, per un semplice motivo; perché sarà l’oggetto completamente costruito in Italia che andrà più lontano nello Spazio. Sicuramente un record per la nostra azienda ma anche per la nostra nazione. Nel momento in cui il satellite LICIAcube avrà terminato la sua fase principale che è quella di scattare tutta una serie di immagine di questo impatto della sonda DART sull asteroide continueremo, dal centro di controllo, a monitorare la vita del satellite e, nello stesso momento, continueremo a fare una validazione operativa di una serie di algoritmi anche di Intelligenza Artificiale che ci servirà per il futuro anche per migliorare quelli che sono i nostri prodotti sviluppati qui in Italia dalla Argotec”.

L’elemento chiave della difesa planetaria è il programma di osservazione dei cosiddetti NEO (Near-Earth Object), i corpi celesti vicini alla Terra che, per dimensioni e traiettorie orbitali, potrebbero diventare potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta e la stessa sopravvivenza del genere umano. Un programma che aveva nel fisico italiano Andrea Milani, prematuramente scomparso nel 2018, uno dei massimi esponenti a livello mondiale.