Coronavirus, è possibile tagliare lo stipendio ai calciatori?

Coronavirus e mondo del calcio, potrebbe verificarsi una riduzione dello stipendio dei calciatori: tutte le ipotesi.

Con l’emergenza Covid-19 il mondo dello sport in Italia si è fermato.

Niente più partite, che siano di Serie A o campionati minori. Niente coppe europee, né gare automobilistiche oltreoceano. Anche i giocatori sono a riposo, e la domanda sorge spontanea: sono ancora pagati? È possibile che l’emegrenza coronavirus porti a ridurre lo stipendio dei calciatori?

Coronavirus, tagli allo stipendio dei calciatori?

Se i campionati non riprenderanno a breve -cosa alquanto improbabile- i club potranno fare tagli agli stipendi dei calciatori? O meglio, è possibile che un calciatore stia a casa e il club debba pagargli lo stipendio? Seguendo una condotta morale che prende in causa la sensibilità dei calciatori, questi potrebbero -o dovrebbero- accettare eventuali tagli/riduzioni da parte delle società di calcio che, in caso di mancati introiti, sarebbero costrette a rivedere i propri budget.

Ma su questo argomento si può trovare una risposta nell’articolo 1256 del Codice Civile. “L’obbligazione -si legge nel codice- si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile”. E se la prestazione è temporaneamente sospesa, come nel caso della Serie A? In questo caso il calciatore non è responsabile dell’inadempimento. E quindi il club deve comunque corrispondere l’ingaggio? Sì, ma come è legittimo che il calciatore non offra la prestazione -data la situazione contingente- sarebbe altrettanto legittimo da parte del datore di lavoro applicare una riduzione dei compensi.

Coronavirus e allenamenti di calcio

Ora che le partite sono sospese, i calciatori devono continuare lo stesso gli allenamenti? L’articolo 2087 prova a dare una risposta. “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

La domanda sorge spontanea: come è possibile tutelare l’integrità fisica dell’atleta se, nel caso specifico, il calcio è uno sport di contatto e condivisone?

Tante domande, e risposte incerte. Quello che è certo, però è che una situazione di emergenza del genere non si è mai verificata nel mondo del calcio e non solo.