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A seguito della strage di Bondi Beach, avvenuta nel giorno della festa ebraica di Hanukkah a Sydney, spunta la drammatica e forte testimonianza di Letizia Prete, la studentessa italiana sopravvissuta all’attentato.
Strage di Bondi Beach, la testimonianza della studentessa italiana sopravvissuta: “Subito abbiamo capito che erano spari”
E’ ancora sotto shock Letizia Prete, studentessa italiana di 25 anni sopravvissuta all’attentato sulla spiaggia di Bondi Beach, avvenuto nel giorno della festa ebraica di Hanukkah.
L’attentato ha causato la morte di almeno 12 persone e 29 feriti, tra cui agenti di polizia e bambini. Ecco la sua testimonianza carica di drammaticità e dolore.
Un atto terroristico
Le autorità australiane lo hanno descritto come un atto terroristico mirato specificamente alla comunità ebraica di Sydney. Cosa è successo? Durante l’evento, conosciuto come Chanukah by the Sea, centinaia di persone si erano radunate per celebrare una delle festività più importanti del loro calendario.
Due uomini sono scesi da un veicolo in Campbell Parade, vicino al Bondi Pavilion, e hanno sparato sulla folla radunata in spiaggia per i festeggiamenti. Uno degli aggressori è stato ucciso, mentre il secondo è stato arrestato ferito e si trova in condizioni critiche.
La testimonianza
“Sto bene, sto cercando di andare il più lontano possibile dal luogo dell’attentato”, racconta Letizia Prete, studentessa italiana di 25 anni che si trovava proprio sulla spiaggia australiana di Bondi Beach al momento dell’attentato. Originaria di Como, Letizia studia e lavora a Sydney.
“Io e la mia coinquilina francese stavamo passeggiando proprio sul tratto di spiaggia dov’è successo tutto”, racconta Prete al Corriere della Sera. “All’improvviso si sono sentiti dei botti e abbiamo capito subito che erano spari. Nel giro di un minuto la spiaggia che era piena di gente si è svuotata. Le persone correvano per scappare via da lì e correndo inciampavano, cadevano, c’era un gran caos e quelli continuavano a sparare. Non ho visto sangue o morti, ho pensato solo a scappare”.
Erano le 18.45, ora australiana, 5.45 ora italiana, quando è successo. Prete e l’amica hanno trovato rifugio in un ristorante che ha aperto le porte a chi fuggiva. “Siamo rimasti tutti bloccati lì per un paio d’ore e poi ci siamo allontanati, mentre continuavano ad arrivare auto della polizia”.
Le parole di Netanyahu
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che l’Australia “ha gettato benzina sul fuoco dell’antisemitismo”, prima dell’attacco di Sydney, ricordando di aver inviato una lettera ad agosto al primo ministro australiano Anthony Albanese. Lo si legge sul Times of Israel.
Netanyahu afferma che le politiche di Albanese, che includono il riconoscimento di uno Stato palestinese, incoraggiano “l’odio per gli ebrei che ora infesta le vostre strade. L’antisemitismo è un cancro. Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio. Dovete sostituire la debolezza con l’azione”.
Sull’attacco Netanyahu dice che è stato “terribile. Un omicidio a sangue freddo. Il numero delle vittime purtroppo aumenta di minuto in minuto. Abbiamo visto le profondità del male. Abbiamo anche visto l’apice dell’eroismo ebraico”, afferma, indicando un passante che, a suo dire, era ebreo, filmato mentre strappava un’arma dalle mani di uno degli aggressori.