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Trump svela l’intesa con la Cina: i dazi sono solo la punta dell’iceberg

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Tra tensioni e dialoghi, Trump gestisce i dazi con un approccio che mira a un equilibrio con la Cina. Tutti gli sviluppi sulla partita commerciale in corso.

“L’accordo è fatto”, scrive Donald Trump su Truth Social, come se stesse parlando di un affare tra amici. Ma l’intesa, che riguarderebbe anche i dazi, con la Cina seppur ancora da approvare ufficialmente con Xi Jinping, sembra esserci davvero: Pechino fornirà in anticipo tutti i magneti e le terre rare necessarie.

Intesa Trump-Cina sui dazi c’è una promessa che parla anche agli studenti

Washington, dal canto suo, garantirà ciò che aveva promesso, compresi – sottolinea con un pizzico di orgoglio – gli studenti cinesi nei college americani. “Mi è sempre piaciuta questa cosa!”, aggiunge con tono colloquiale.

Dietro le righe, però, resta il nodo dei dazi. Il presidente americano parla di una tariffa del 10% sui beni della Cina, ma specifica che “il rapporto è ottimo”. Parole che sembrano placare, almeno a parole, una tensione che dura da anni.

Nel frattempo, il viceministro cinese Li Chenggang conferma che le due potenze hanno raggiunto un “quadro generale” durante i colloqui a Londra. Non un contratto, non una stretta di mano, ma un’intesa di principio. Che va interpretata. E, soprattutto, attuata.

Dazi, studenti e Truth: come si intrecciano gli interessi di Trump e della Cina oggi

Mentre Trump twitta – pardon, posta su Truth – una corte d’appello federale lo tiene d’occhio. Ha appena approvato la sua richiesta di lasciare in vigore i dazi per ora, ma annuncia che tornerà sul tema a fine luglio. Una decisione che congela la situazione per almeno due mesi. Poi si vedrà.

Il segretario al Commercio Howard Lutnick si dice ottimista: “Le spedizioni cinesi di terre rare, troppo limitate finora, saranno sbloccate con questo accordo.” Ottimismo, sì. Ma anche tanta cautela.

Dalla Cina arriva un appello alla cooperazione. Il vicepremier He Lifeng ribadisce che “i risultati del dialogo vanno tutelati” e che le dispute si risolvono “con dialogo tra pari”. Frasi da manuale diplomatico, certo. Ma in questa fase servono anche quelle.

Pechino spinge per rafforzare la cooperazione. Washington insiste sui controlli. E in mezzo, come sempre, ci sono le merci. E gli studenti. E i tweet. O meglio: i Truth.