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Ue: Draghi, 'no consenso per posticipare regole bancarie'

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Roma, 12 mag. (Adnkronos) - "Gli orientamenti dell’Autorità bancaria europea (EBA), che si applicano dal 1° gennaio 2021, armonizzano la nuova definizione di default e integrano la definizione della soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato. Un debitore &eg...

Roma, 12 mag. (Adnkronos) – "Gli orientamenti dell’Autorità bancaria europea (EBA), che si applicano dal 1° gennaio 2021, armonizzano la nuova definizione di default e integrano la definizione della soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato. Un debitore è considerato in stato di default quando ricorra almeno una tra le due condizioni: quella oggettiva (ovvero, un arretrato di oltre 90 giorni) o quella soggettiva (ovvero, un giudizio da parte della banca sulla probabile inadempienza dei debitori in assenza di azioni quale l'escussione delle garanzie). A livello europeo non sussiste il necessario consenso politico per un posticipo della data di applicazione delle nuove regole. Uno slittamento è stato considerato inappropriato dal punto di vista prudenziale e comporterebbe rilevanti costi per quegli intermediari che già hanno adeguato i loro sistemi operativi". Lo dice il premier Mario Draghi, rispondendo alla Camera al Question time targato Fdi.

"Le autorità europee, nel fissare al 1° gennaio 2021 l’introduzione di regole approvate già nel 2018, hanno considerato che la loro adozione avrebbe richiesto complesse attività di adeguamento da parte delle banche, anche per i profili organizzativi e informatici. Hanno pertanto raccomandato alle banche di avviare le attività propedeutiche all’applicazione delle nuove regole, ad esempio la revisione dei sistemi IT. Gli orientamenti EBA sulla definizione di default e sulla soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie sono peraltro noti già da tempo. Ricordo, ad esempio, la consultazione pubblica del 2015. Normalmente questo anticipo ha permesso al settore di adattarsi e di incorporare con gradualità la nuova definizione di default nei propri modelli interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali".