> > Mediobanca verso il rush finale: capitale raccolto oltre il 78%

Mediobanca verso il rush finale: capitale raccolto oltre il 78%

mediobanca

Mediobanca valuta mosse strategiche su Banca Generali, mentre il mercato osserva attentamente ogni passo della banca milanese in vista dell’Ops e delle decisioni dell’assemblea odierna.

Un momento decisivo per Mediobanca si apre oggi. La sfida sul tavolo è chiara, ma tutto resta sospeso.

Mediobanca e l’offerta su Banca Generali: l’ultimo tentativo

Oggi alle 10, a porte chiuse, si terrà l’assemblea che potrebbe segnare una svolta per Mediobanca. Il via libera o il no arriverà attraverso il rappresentante designato, l’avvocato Dario Trevisan.

La posta in gioco? Un’offerta che scambia 1,7 azioni Generali per ogni titolo di Banca Generali, puntando a liquidare completamente il 13% della partecipazione detenuta nell’istituto triestino. Le adesioni, al momento, sono al 19,42%, un dato che racconta già di una partita complessa, tra cautela e strategie in bilico.

Il contesto è teso. L’Ops di Montepaschi sulla stessa Banca Generali corre parallela e lo spazio di manovra si assottiglia. Mediobanca sa che ogni voto conta, ogni astensione pesa. La “passivity rule” obbliga a un’assemblea formale, ma dietro le quinte si respira l’incertezza di chi deve decidere: fondi, azionisti, proxy advisor. Tutti suggeriscono di dire sì, ma la memoria corre al 16 giugno, quando una precedente assemblea era stata cancellata. Allora, il fronte contrario superava il 41%, tra no e astensioni. Oggi la situazione potrebbe ripetersi, o forse no.

Capitale e decisioni: Mediobanca tra numeri e strategie

Mercoledì sera, il deposito del capitale aveva raggiunto circa il 78%. Un dato importante, perché stabilisce chi può deliberare. Per approvare l’offerta serve la maggioranza del capitale presente. Semplice a dirsi, complicato a ottenersi. Le astensioni, infatti, non sono neutrali: alimentano indirettamente i contrari. Tecnicamente il non voto ridurrebbe il quorum, ma la percezione resta quella di una partita difficile.

Dietro i numeri, c’è la tensione di un’istituzione che muove pedine delicate in un mercato già affollato. Mediobanca non gioca solo per un titolo, ma per la propria credibilità e per il controllo della filiale private banking del Leone. Ogni voto, ogni firma conta. E mentre i dati ufficiali arrivano dai depositi e dai registri, sullo sfondo si percepisce l’ansia degli operatori, la pressione dei mercati e la strategia nascosta tra le righe dei comunicati.

Oggi si saprà se Mediobanca riuscirà a trasformare l’ultimo tentativo in una vittoria, o se il 13% resterà solo un ricordo di un’operazione mancata. Le lancette scorrono, i numeri si aggiornano, e chi osserva resta con il fiato sospeso.