Argomenti trattati
Un atto di vandalismo che ferisce la memoria
La scorsa notte, la città di Torino è stata scossa da un atto di vandalismo che ha colpito la lapide commemorativa di Rosario Berardi, un sottufficiale di polizia assassinato dalle Brigate Rosse. La scritta “Gaza” è stata tracciata con spray sotto la targa che ricorda il sacrificio di Berardi, un gesto che ha suscitato indignazione e dolore nella comunità.
Questo episodio riporta alla luce le ferite mai completamente rimarginate del terrorismo che ha insanguinato l’Italia negli anni ’70 e ’80.
La reazione del figlio di Berardi
Giovanni Berardi, figlio della vittima e presidente dell’associazione europea vittime del terrorismo, ha espresso la sua profonda amarezza per l’accaduto. “Hanno colpito ancora – ha dichiarato all’ANSA – coperti dal buio come sciacalli.” Le sue parole evidenziano non solo il dolore personale, ma anche la necessità di mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la sicurezza degli altri. Giovanni ha affermato con determinazione: “Mai rinuncerò al mio dovere di continuare a tenere viva la memoria e l’onore di chi mi ha dato la vita, di chi ha dato la vita per gli altri, per tutti.” Questo impegno rappresenta un faro di speranza in un contesto di crescente indifferenza verso il passato.
Un simbolo di resistenza
Nonostante gli atti vandalici, Giovanni Berardi ha promesso di ripristinare la lapide ogni volta che verrà danneggiata. “Possono imbrattare mille altre volte ancora questo muro con la vernice o con qualsiasi altra sostanza, concreta o virtuale, ma io sarò sempre lì a rimettere tutto a posto.” Queste parole risuonano come un monito contro l’oblio e l’indifferenza, sottolineando l’importanza di ricordare le vittime del terrorismo. La memoria storica è un elemento fondamentale per costruire una società più giusta e consapevole, e atti come quello avvenuto a Torino non possono essere tollerati.
Il vandalismo contro la lapide di Rosario Berardi non è un episodio isolato. Negli ultimi anni, si sono verificati diversi atti di vandalismo contro monumenti e luoghi di memoria in tutta Italia. Questi atti non solo offendono la memoria delle vittime, ma minano anche il tessuto sociale di una comunità che cerca di affrontare il proprio passato. È fondamentale che la società civile si mobiliti per difendere la memoria storica e per educare le nuove generazioni sui valori della democrazia e della libertà. La lotta contro il terrorismo non si limita a combattere le ideologie violente, ma passa anche attraverso la preservazione della memoria di chi ha pagato il prezzo più alto per la sicurezza e la libertà di tutti.