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Coronavirus, Conte: Mes strumento modesto, l'Italia chiede altro

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Roma, 21 apr. (askanews) - Il Mes è uno strumento modesto, pensato per altre crisi. L'Italia chiede altro all'Europa, strumenti più ambiziosi per risolvere la crisi economica provocata dal Coronavirus. Lo ha detto nell'informativa al Senato il premier Giuseppe Conte, che a due giorni dal Consigl...

Roma, 21 apr. (askanews) – Il Mes è uno strumento modesto, pensato per altre crisi. L’Italia chiede altro all’Europa, strumenti più ambiziosi per risolvere la crisi economica provocata dal Coronavirus. Lo ha detto nell’informativa al Senato il premier Giuseppe Conte, che a due giorni dal Consiglio straordinario Ue non solo affronta le contestazioni dell’opposizione, ma le difficoltà interne al suo governo dove i 5Stelle continuano a contestare l’idea del fondo salva-stati.

“Sull’attivazione di una linea di credito dedicata alle spese sanitarie erogata dall’ormai strafamoso Mes si è alimentato un dibattito che rischia di dividere l’Italia. L’Europa non deve ritrovarsi di nuovo a chiedere scusa nei confronti di nessun paese, come successo in passato, con la Grecia. Serve assoluta cautela di fronte a una sfida epocale: la risposta non può essere affidata a strumenti modesti basati su un accordo come il Mes, pensato per crisi assai diverse riguardanti singoli paesi e per questo concepito come uno strumento caratterizzato da forti condizionalità macroeconomiche inaccettabili data la natura di questa crisi”.

Tuttavia Conte sottolinea, un Mes senza condizionali non si può rifiutare, quantomeno perché alcuni alleati del Sud lo vogliono: “Insieme ad altri 8 paesi membri l’Italia ha lanciato una sfida ambiziosa all’Europa invitandola a introdurre nuovi strumenti per affrontare e superare al più presto questa crisi. Alcuni di questi paesi che hanno condiviso questa impostazione hanno dichiarato da subito, ad esempio la Spagna, di essere interessati al Mes purché non abbia le rigide condizionalità applicate in altre circostanze ma solo la condizione che l’uso del finanziamento sia per far fronte alle spese sanitarie. Rifiutare la nuova linea di credito significherebbe fare un torto ai paesi, che pure ci hanno affiancato in questa battaglia, che intendono usufruirne ma resto convinto che all’Italia serva altro”.