> > Orban a Roma, tra Vaticano e Palazzo Chigi: colloqui su guerra e sanzioni

Orban a Roma, tra Vaticano e Palazzo Chigi: colloqui su guerra e sanzioni

orban

Viktor Orban incontra Papa Leone XIV e Giorgia Meloni tra Vaticano e Palazzo Chigi. Al centro dei colloqui guerra in Ucraina, sanzioni europee e futuro economico dell’Unione.

Roma, mattina presto, il premier ungherese Viktor Orbán arriva in Vaticano, accolto da un silenzio che pesa quanto le parole che pronuncerà più tardi. È una di quelle giornate fitte, dove ogni incontro è un messaggio politico. Prima il faccia a faccia con Papa Leone XIV, poi il trasferimento a Palazzo Chigi, dove lo attende Giorgia Meloni.

Il tema? Ormai da due anni è purtroppo sempre lo stesso: la guerra in Ucraina. E la posizione di Budapest resta la stessa al momento — distante, fredda, quasi ostinata rispetto alla linea dura di Bruxelles sulle sanzioni al petrolio russo.

Orban e la distanza da Bruxelles

Cosa ha affermato il premier ungherese? «L’Unione europea non conta nulla», Orbán lo dice senza mezzi termini a Repubblica, in un’intervista che non lascia nessun spazio a fraintendimenti, chiara e puntuale come del resto è nel suo stile da sempre. «Donald Trump sbaglia su Putin, andrò da lui per fargli togliere le sanzioni alla Russia»… Una frase che fa discutere nelle cancellerie europee, dove già si guarda alla premier italiana Giorgia Meloni come a una possibile mediatrice? Ma lui, il premier ungherese, sembra avere tutt’altro in mente. «Abbiamo appaltato agli americani e ai russi la possibilità di risolvere la guerra. L’Europa è totalmente fuori dai giochi», aggiunge.
Parole dure, che rimbalzano tra le sale del potere romano. Eppure, nel colloquio con la premier, Orbán sposta il discorso: “Il punto importante è il futuro dell’economia europea, perché sulla guerra resta ben poco da fare.” Una visione amara, ma lucida.

Orbán: “Contro la febbre della guerra”

Poche ore prima, su Facebook, aveva già anticipato il tono della giornata: «Vogliamo rimanere fuori dalla febbre della guerra che si diffonde in tutto il mondo». E’ così che esordisce sui social il premier ungheriese, difendendo la sua posizione che definisce una “coalizione contro la guerra”. Con il Papa e con Meloni, dice, ha voluto ribadire quella posizione. Poi un avvertimento, quasi poetico nella sua durezza: “Man mano che il mondo si abitua alle guerre, queste diventano come un incendio in una torrida giornata estiva. COme dare torto al suo pensiero, al momento sembra quasi un’affermazione. Se non facciamo nulla, prima o poi le fiamme raggiungeranno anche noi.”…

Dal Vaticano arriva una nota ufficiale: colloquio “cordiale” e “solide relazioni bilaterali”, ma anche preoccupazione per l’Ucraina e il Medio Oriente. Infine, un passaggio quasi simbolico — Orbán che fa visita al Gran Maestro dell’Ordine di Malta, Fra’ John Dunlap, per parlare di pace. Lì si discute di rifugiati, di aiuti, di integrazione. Piccole cose, ma sembrano al momento molto concrete.