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Come si dice: cecato o ciecato?

cecato

La forma corretta del participio passato del verbo "cecare" è "cecato" e non "ciecato", poiché la "i" eufonica si usa solo nelle forme toniche della "e".

In italiano a volte ricordare l’esatta grafia di alcune parole può risultare complicato. Una domanda che sarà capitata a molti è: si dice cecato o ciecato? Niente paura, proveremo qui a fugare una volta per tutte ogni dubbio.

Regole grammaticali

L’italiano è una lingua meravigliosa, ma spesso può nascondere delle insidie anche per i più preparati. Capita spesso, infatti, che anche parole che nel linguaggio quotidiano utilizziamo di frequente e che ci suonano quindi molto familiari, al momento di metterle per iscritto ci creino qualche problema. Abituati come siamo a scrivere sempre meno e a farlo aiutati da strumenti tecnologi che spesso con i correttori automatici ci suggeriscono la giusta grafia delle parole, siamo sempre più portati a non memorizzare le regole e a dimenticarle. Come se non bastasse l’influenza dei vari dialetti e regionalismi non fa che crearci ulteriore confusione. Tenere un buon vocabolario a portata di mano e magari rispolverare una vecchia grammatica abbandonata in soffitta, può esserci d’aiuto.

Si dice cecato o ciecato?

Cecato è il participio del verbo cecare, che è una contrazione, per lo più regionale, del verbo accecare, che significa rendere cieco. Nel caso del sostantivo o aggettivo cieco però si usa la -i, anche perché altrimenti ci sarebbe confusione con ceco nel senso di abitante della Repubblica Ceca. La -i però non va pronunciata, anche se gli italiani del Sud tendono a farla sentire. Anche il termine cecità si scrive senza la -i in mezzo tra la -c e la -e. Cieco quindi si comporta analogamente ad altre parole, come sufficiente ed efficiente, in cui la -i va scritta ma non pronunciata.

Il fatto che cieco si scriva con la -i non comporta che sia ammessa anche la forma “ciecare”. Anche se sfogliando alcuni vecchi libri (magari di D’Annunzio o Pirandello) potrebbe capitare di trovare la parola ciecato, così come giuoco, tale forma non è corretta e non va pertanto utilizzata.

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Perché si dice cecato e non ciecato?

L’utilizzo o meno della -i dipende dal “suono” che assume la lettera “e” all’interno della parola. Nel caso specifico di “cecato”, l’accento tonico cade sulla “a” e non sulla “e”, che assume dunque un suono chiuso. In questa fattispecie la “i” viene eliminata.

Se invece la “e” è aperta (nelle forme toniche) ovvero quando l’accento tonico della parola cade sulla “e”, sono allora ammesse entrambe le forme. Questo avviene alla 1° 2° e 3° persona singolare e alla 3° persona plurale dell’indicativo presente e alla 1° 2° e 3° persona singolare del congiuntivo presente.

Avremo allora per l’indicativo presente la doppia forma: io ceco/io cieco; tu cechi/tu ciechi; egli ceca/egli cieca; essi cecano/essi ciecano.

Mentre per il congiuntivo presente: che io cechi/ciechi; che tu cechi/ciechi; che egli cechi/ciechi.

Si dice accecato o acciecato?

Lo stesso identico discorso vale per il verbo accecare che è in realtà la forma più moderna e corretta di “cecare”. Anche qui infatti la “e” assume un suono chiuso in quanto l’accento tonico cade sulla “a”, e allo stesso modo verrà dunque eliminata la “i”.