A Roma continua a crescere il malcontento per le discriminazioni nel mercato degli affitti. Sempre più spesso, infatti, alcune persone si trovano ad affrontare rifiuti ingiustificati da parte dei proprietari immobiliari. Questa esclusione sistematica non solo limita il diritto fondamentale alla casa, ma alimenta tensioni sociali e richieste di interventi più incisivi da parte delle istituzioni.
La protesta contro queste pratiche discriminatorie non si ferma, e punta a sensibilizzare l’opinione pubblica per un accesso più equo e inclusivo agli alloggi.
Un annuncio discriminatorio nel quartiere Talenti scuote Roma
Come riportato da Biccy, nel quartiere Talenti a Roma è comparso un cartello di affitto che ha suscitato indignazione per le sue richieste apertamente discriminatorie. Il proprietario, noto come il signor Benito, offriva una stanza a 500 euro al mese, ma con condizioni esclusive: solo uomini referenziati, esclusi omosessuali, stranieri e proprietari di cani.
La diffusione dell’annuncio, grazie alle segnalazioni di residenti, ha portato alla luce una vicenda che l’associazione Giustitalia ha deciso di seguire da vicino, raccogliendo la testimonianza di Claudio, un massaggiatore che aveva avviato trattative con Benito. Quando Claudio ha dichiarato il proprio orientamento sessuale, il proprietario ha interrotto la trattativa, scatenando una denuncia per discriminazione.
Affitti negati a gay, stranieri e proprietari di cani: la protesta non si ferma a Roma
Il caso non sembrerebbe essere un episodio isolato. Nel 2019, nel quartiere Cinquina di Roma, un cartello simile vietava esplicitamente l’affitto a immigrati, omosessuali e proprietari di animali. Sempre nello stesso anno, nel quartiere San Lorenzo, un annuncio analogo suscitò l’indignazione pubblica e la presa di posizione dell’allora sindaca Virginia Raggi, che definì il messaggio “offensivo per tutta la città”.
La discriminazione negli affitti si manifesta anche in altre città italiane: a Milano, due imprenditori gay furono esclusi da un appartamento con la motivazione di voler affittare solo a “famiglie tradizionali”, mentre nel 2023 ad Arezzo una coppia omosessuale ha ricevuto ripetuti rifiuti motivati dal proprio orientamento.
Come sottolinea Biccy, queste dinamiche sono parte di un problema sistemico che richiede interventi urgenti per garantire pari diritti e contrastare l’omofobia e il razzismo nel mercato immobiliare.