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Salvini contro Schillaci, lo scontro politico finisce sui vaccini

salvini contro schillaci

La tensione cresce: Salvini contro Schillaci critica l’auto-azzeramento della commissione vaccini, sottolineando conflitti interni e differenze tra scienza ufficiale e posizioni alternative.

Una polemica che scuote il governo, tra scienza, politica e accuse di incoerenza.

Salvini contro Schillaci, la commissione vaccini che divide

Era partito tutto da un cantiere. Milano, via Bolla. Lì Matteo Salvini, davanti ai cronisti, il ministro espone la sua opinione al riguardo. “Dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale, che non c’è nella maggior parte dei Paesi europei, non penso sia antiscientifico.

Penso sia di buon senso”. Parole nette, che arrivano subito dopo la decisione del ministro della Salute Orazio Schillaci di azzerare la commissione vaccini. Motivo? La presenza di due esponenti critici non contro verso le immunizzazioni.

Il leader della Lega non arriva a chiedere le dimissioni del collega di governo, ma la frecciata resta. “Se io nomino una commissione, firmo i decreti e dopo tre giorni la cancello… beh, allora ho un problema in casa”. Frasi che raccontano bene il clima. Irritazione palpabile anche a Palazzo Chigi, con Giorgia Meloni che fatica a nascondere il malumore. E nella maggioranza il quadro si spacca: Lega e Fratelli d’Italia si smarcano, Forza Italia difende Schillaci. Licia Ronzulli parla di “atto di responsabilità e tutela verso i cittadini”. Versione che però Salvini respinge: “Non ci sono dogmi. Azzerare chi non la pensa come il mainstream non è scientificamente corretto”.

La vicenda, intanto, diventa caso politico. E non solo. Perché entra in campo anche un altro ministro, Francesco Lollobrigida, che al Foglio ricorda: “La storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto”. Insomma, serve pluralità, non censura. Ma c’è chi ribatte: pluralità sì, ma entro i confini della scienza.

Salvini e Schillaci, le varie reazioni del mondo politico

Il dibattito si accende, e il fronte interno sembra esplodere. Salvini contro Schillaci? Solo due opinioni diverse a confronto. La gestione del potere, i rapporti di forza nel governo, le pressioni di un elettorato sensibile al tema vaccini. Perché la parola “no vax” brucia ancora, e divide.

Dal centrosinistra arrivano bordate pesanti. Angelo Bonelli (Europa Verde) accusa Salvini di usare la scienza come “terreno di battaglia ideologica”. Chiara Braga, capogruppo PD, scrive su X: “Il primato della scienza non sono poltrone per gli amici. Fatevene una ragione”. Marco Furfaro parla di “baratto sulla vita di tutti per qualche voto no vax”. E Francesco Boccia rincara: “A destra continua il vergognoso feeling con i no vax”.

E Schillaci? Lui non arretra. Rivendica la scelta come atto di coerenza e rispetto per la scienza. Non è questione di politica, ribadisce chi gli sta vicino. Ma intanto il Nitag, il comitato consultivo sulle politiche vaccinali, resta senza guida. A settembre bisognerà riscriverne la composizione. E la frattura, inevitabilmente, riemergerà.

Un dettaglio però rimane. Dietro i numeri, dietro le sigle e le polemiche, resta la salute pubblica. Un terreno fragile. Troppo spesso trasformato in ring politico. Forse è questo il punto che rischia di sfuggire, mentre i protagonisti continuano a litigare.