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Beccaria: torture per omissioni di figure apicali

Beccaria: torture per omissioni

Per la Procura di Milano le torture al Beccaria sono state possibili a causa di omissioni nel controllo del personale

L’indagine sulla violenza al carcere minorile Beccaria ha portato all’arresto di 13 agenti di polizia penitenziaria, con accuse di tortura e maltrattamenti sui detenuti.

Omissioni e mancata vigilanza

Secondo la Procura di Milano, queste violenze sono state possibili grazie alle omissioni di diverse figure apicali, compreso l’ex comandante Francesco Ferone, ora sospeso. La richiesta di custodia cautelare evidenzia una serie di omissioni nel controllo del personale, che hanno permesso episodi di violenza tra i detenuti, inclusi quelli di natura sessuale. Questi fatti sono emersi anche da ispezioni ministeriali condotte nel 2022.

Il ruolo dell’ex direttrice

Emergono testimonianze che indicano l’intervento dell’ex direttrice Maria Vittoria Menenti nel fermare un pestaggio ai danni di un detenuto. Tuttavia, non risultano indagini nei suoi confronti. È stato riferito che l’intervento della direttrice interruppe il pestaggio, evidenziando una mancanza di controllo del personale.

Reazioni e contestazioni

Le reazioni sindacali e politiche sono di sgomento e condanna verso i comportamenti degli agenti coinvolti. Tuttavia, si solleva anche la questione delle responsabilità delle figure apicali e dell’amministrazione giudiziaria nel garantire un ambiente carcerario sicuro. L’inchiesta sul Beccaria è stata preceduta da segnalazioni e da un rapporto sull’istituto, che evidenziava criticità strutturali. Si solleva la necessità di rivedere l’intervento educativo, oltre a dare voce alle vittime delle violenze carcerarie.