Il caldo non è solo una sensazione. È una cifra, un conto che sale. E’ quanto emerge da una ricerca condotto da un team di scienziati dell’Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine.
Lo studio degli scienziati rivela l’impatto del caldo: migliaia di morti nelle città europee
C’è chi pensa che sia solo una fase. Un’estate più calda delle altre, niente di più. Ma intanto, tra il 23 giugno e il 2 luglio, nelle città europee si sono contati 2.300 decessi legati alle ondate di calore. Non è un’ipotesi. È quanto emerge dal primo studio che collega in modo diretto il cambiamento climatico all’aumento della mortalità in eventi di caldo estremo. A guidarlo, un team di scienziati dell’Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine.
La loro analisi, pubblicata da World Weather Attribution, è chiara: circa 1.500 di quelle morti – quindi quasi due su tre – sono state provocate da un fattore ben preciso. Il cambiamento climatico causato dalle attività umane, in particolare dall’uso dei combustibili fossili. Milano, Roma, Sassari, ma anche Londra, Parigi e Barcellona: tutte nel mirino dell’afa. A Milano, stimano, 317 vittime. A Roma, 164. Sei anche a Sassari, una città piccola ma non risparmiata.
Il caldo, spiegano i ricercatori, ha raggiunto picchi fino a 4 gradi in più rispetto a quanto ci si aspetterebbe in un mondo senza emissioni climalteranti. Un dettaglio? No. È il margine che fa la differenza tra sopravvivere e no, soprattutto per le fasce più fragili. Gli scienziati li chiamano killer silenziosi. Agiscono senza clamore, senza far rumore. Ma lasciano segni evidenti.
Caldo e clima, gli scienziati: morti in aumento finché non si azzera il conto con l’ambiente
La parte più dura arriva alla fine dello studio. Una sorta di avvertimento, firmato da chi non usa toni apocalittici a caso. Le temperature continueranno a salire, dicono. E con il caldo, anche i morti. A meno che il mondo non decida – davvero – di smettere di bruciare carbone, gas e petrolio.
La strada è quella delle emissioni nette pari a zero. Ma al momento, sembra lontana. E intanto, ogni estate è più simile a una roulette. Si può solo sperare di non essere tra quelli che, stavolta, non ce la faranno.