La vicenda di Jeffrey Epstein torna al centro dell’attenzione politica negli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha firmato una legge che obbliga il Dipartimento di Giustizia a rendere pubblici i documenti non classificati relativi al finanziere accusato di abusi sessuali, aprendo la strada a possibili rivelazioni sui legami tra Epstein e importanti figure politiche.
Contesto politico e ulteriori impegni di Trump
L’approvazione della legge sulla declassificazione dei documenti Epstein è arrivata dopo un cambiamento di posizione del presidente, che aveva inizialmente mostrato cautela ma poi ha invitato i repubblicani a sostenere la pubblicazione dei fascicoli. La decisione del Congresso, definita bipartisan, mira a fare piena luce sulle relazioni tra Epstein e numerosi esponenti politici.
Parallelamente, Trump ha annunciato che incontrerà venerdì 21 novembre il sindaco eletto di New York Zohran Mamdani, giovane politico della sinistra socialista. L’incontro, richiesto dallo stesso Mamdani, si terrà nello Studio Ovale e rappresenta un passo significativo dopo la campagna elettorale tesa in cui il presidente lo aveva più volte definito “un comunista”.
In questo contesto, la firma della legge Epstein e l’incontro con Mamdani evidenziano come Trump stia combinando iniziative politiche e gesti di visibilità pubblica, mantenendo alta l’attenzione mediatica sulle sue azioni.
Caso Epstein, Trump firma la legge per la pubblicazione dei file: affondo contro i democratici
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ufficialmente firmato la legge che obbliga il Dipartimento di Giustizia a rendere pubblici i documenti relativi al caso di Jeffrey Epstein. L’annuncio è stato dato dallo stesso Trump tramite Truth Social, piattaforma dove ha ribadito la sua critica ai Democratici, accusandoli di aver nascosto informazioni sul finanziere.
“Forse la verità su questi Democratici e sui loro legami con Jeffrey Epstein sarà presto svelata”, ha scritto il tycoon, sottolineando come Epstein, secondo lui, fosse “un democratico per tutta la vita” e avesse strette relazioni con figure di spicco del partito, tra cui Bill Clinton e Larry Summers.
La normativa stabilisce che il procuratore generale Pam Bondi debba divulgare entro 30 giorni tutti i documenti non classificati, pur concedendo la possibilità di oscurare eventuali informazioni che potrebbero compromettere indagini federali in corso. La misura, approvata con un ampio consenso bipartisan, ha ricevuto 427 voti favorevoli e un solo contrario alla Camera e l’unanimità del Senato.