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Chiara Ferragni sotto accusa: il caso della pubblicità ingannevole sul pandoro

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Il procedimento legale che coinvolge Chiara Ferragni per pubblicità ingannevole relativa al pandoro Balocco è attualmente in corso a Milano.

Il tribunale di Milano è attualmente al centro di un caso che coinvolge Chiara Ferragni, nota influencer e imprenditrice digitale, accusata di pubblicità ingannevole legata al prodotto Pandoro Balocco Pink Christmas. Durante una pausa dell’udienza, Ferragni ha dichiarato di essere tranquilla e fiduciosa, esprimendo la speranza che la situazione si risolva nel migliore dei modi.

Il processo, che si svolge a porte chiuse, la vede imputata insieme ad altre due persone per truffa aggravata. La pubblica accusa ha richiesto una condanna di un anno e otto mesi senza attenuanti, ma Ferragni si è sempre dichiarata innocente. La sentenza è attesa per il 14 gennaio.

Dettagli del processo

Durante l’udienza, i legali di Ferragni hanno sostenuto che la loro assistita ha già risarcito per eventuali danni legati alla pubblicità ingannevole, sottolineando come condannarla nuovamente violerebbe il principio giuridico del ne bis in idem, che impedisce di punire due volte per lo stesso reato.

La difesa di Chiara Ferragni

Il legale Giuseppe Iannaccone, che difende Ferragni, ha argomentato che non esiste alcun dolo nella vicenda. Egli ha spiegato che la truffa aggravata implica l’uso di artifici e raggiri, elementi assenti nel caso in questione. A supporto della sua posizione, l’avvocato ha citato le comunicazioni via email tra l’influencer e la società Balocco.

I legali di Ferragni hanno anche chiarito che eventuali errori commessi non configurano un reato, ma piuttosto una mancanza di chiarezza nella comunicazione. Gli avvocati hanno chiesto l’assoluzione dell’influencer, presentando prove a favore della sua innocenza e attendendo ora le argomentazioni delle altre difese presenti in aula.

Accuse e difese

Secondo le accuse, Chiara Ferragni, in collaborazione con il suo ex collaboratore Fabio Damato, avrebbe avuto un ruolo predominante nelle campagne pubblicitarie che avrebbero ingannato i consumatori. I pubblici ministeri sostengono che Ferragni, con i suoi oltre 30 milioni di follower, avrebbe sfruttato la sua influenza per promuovere prodotti senza chiarire adeguatamente i termini della beneficenza associata alle vendite.

Risarcimenti e donazioni effettuati

Ferragni ha già chiuso la questione su un piano amministrativo, effettuando risarcimenti e donazioni per un totale di 3,4 milioni di euro. Tuttavia, le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno evidenziato che i consumatori potrebbero aver subito inganni per circa 2,2 milioni di euro, legati alla pubblicità di prodotti il cui prezzo non includeva le donazioni promesse.

In una dichiarazione rilasciata nel novembre scorso, Ferragni ha affermato che tutte le sue azioni sono state compiute in buona fede e che nessuno ha tratto profitto personale dalla situazione. Ha riconosciuto che potrebbero esserci stati errori di comunicazione, ma ha ribadito la sua totale estraneità alle accuse di truffa.

Attesa della sentenza

Il caso di Chiara Ferragni rappresenta un importante punto di riferimento nel dibattito sulla responsabilità degli influencer e sul loro impatto sulle decisioni di acquisto dei consumatori. Mentre il processo si avvia verso la conclusione, l’influencer e i suoi legali attendono con ansia il verdetto, sperando in un esito favorevole che possa chiudere definitivamente questa controversia.