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Codice della Strada: novità in arrivo con la circolare ministeriale sugli stupefacenti

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Novità sulla restrizione dell'uso di stupefacenti alla guida nel nuovo Codice della Strada di Salvini, una misura controversa.

Il tema delle sostanze stupefacenti alla guida è al centro di un acceso dibattito, specialmente dopo le modifiche introdotte dal nuovo Codice della Strada voluto dal Ministro Matteo Salvini. Con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza stradale, la legge ha inasprito le sanzioni per chi guida sotto l’influenza di droghe, suscitando però anche dubbi sulla sua conformità con i principi costituzionali.

La stretta sulle droghe alla guida, pur mirata a salvaguardare la vita dei cittadini, ha sollevato interrogativi legali e sociali, alimentando una discussione.

Il Codice della Strada fa discutere

L’11 aprile, i ministeri dell’Interno e della Salute hanno inviato una circolare alle prefetture e alle forze dell’ordine per chiarire l’applicazione delle nuove disposizioni del codice della strada, approvato a novembre dal Parlamento. Vengono messe in discussione le misure introdotte dal Ministero dei Trasporti e dal ministro Matteo Salvini, che prevedevano sanzioni per chiunque risultasse positivo ai test antidroga, indipendentemente dall’impatto sulla capacità di guida.

Questa impostazione, contestata da esperti di diritto e movimenti antiproibizionisti, era stata accusata di non essere incentrata sulla sicurezza stradale. A riguardo, si ricorda il caso di Pordenone, l’analisi rilevava la presenza di un ansiolitico assunto fino a 15 giorni prima, ma senza alcun impatto sulla guida nel giorno dell’incidente.

La riforma approvata a fine 2024 aveva infatti rimosso il concetto di “alterazione psico-fisica” dalle regole, consentendo la sospensione della patente a chiunque risultasse positivo a un test antidroga, anche se l’assunzione della sostanza risaliva a giorni o settimane prima. Tale cambiamento aveva sollevato dubbi di incostituzionalità, in quanto la semplice positività ai test non rifletteva necessariamente un’incapacità di guida.

Codice della Strada, cambiano le regole: la circolare del Ministero sugli stupefacenti

In risposta alle critiche, la nuova circolare reintroduce il requisito dell’alterazione psico-fisica per giustificare le sanzioni. Nonostante questo passo importante, permangono alcune problematiche, in particolare riguardo all’uso di medicinali che potrebbero influire sui test.

La circolare fornisce indicazioni dettagliate sulle modalità di accertamento, stabilendo che il reato si configura solo nel caso in cui “la sostanza continui a produrre effetti nell’organismo durante la guida”. In pratica, viene ripristinata la necessità di verificare che il conducente sia effettivamente in stato di alterazione.

Un aspetto cruciale riguarda la definizione del momento dell’assunzione della sostanza:

“L’accertamento del reato presuppone l’esecuzione di analisi strumentali di tipo tossicologico su campioni di liquidi biologici che siano capaci di circoscrivere l’assunzione in un periodo temporale definito”.

In altre parole, è necessario dimostrare che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un arco di tempo vicino alla guida del veicolo, tale da far ritenere che i suoi effetti siano ancora presenti durante la guida.

La circolare specifica anche i tipi di test a cui i conducenti possono essere sottoposti. In particolare, la presenza di sostanze stupefacenti o psicotrope deve essere rilevata solo tramite analisi di campioni ematici o di fluido orale, in quanto queste sono le “uniche matrici biologiche nelle quali la presenza di molecole o metaboliti attivi costituisce indice di una persistente attività della sostanza, in grado di influire negativamente sulla guida”.

È escluso l’uso del test delle urine, in quanto una positività non sarebbe indicativa di una intossicazione in atto.

Le sanzioni rimangono comunque in vigore, con multe che vanno da 1.500 a 6.000 euro, accompagnate da pene detentive che variano da 6 mesi a un anno. Inoltre, è prevista la sospensione della patente per un periodo che può andare da uno a due anni, insieme alla possibilità di confisca del veicolo.