Una rivoluzione silenziosa, ma che tocca milioni di persone. Colesterolo, parametri aggiornati nelle nuove linee guida: cambia tutto per la valutazione del rischio cardiovascolare e per la gestione delle dislipidemie.
Colesterolo, parametri aggiornati: addio al totale, ecco i nuovi riferimenti
Al congresso ESC 2025 di Amsterdam (Fonte AGI), tra i padiglioni affollati e i coffee break, gli esperti della European Society of Cardiology (ESC) e della European Atherosclerosis Society (EAS) hanno presentato le nuove linee guida sulle dislipidemie.
La sala era gremita. Medici, ricercatori, qualche giornalista. Una novità che ribalta decenni di prassi? Il colesterolo totale, quello che compariva in grassetto negli esami del sangue di chiunque, non serve più? Non come parametro per valutare il rischio cardiovascolare, così sembrerebbe, dalle ultime novità sul fronte dei parametri aggiornati.
Lo ha detto chiaro Gianfranco Sinagra, Presidente eletto della Società italiana di cardiologia (Sic), intervistato dall’Ansa: “Non basta guardare un solo numero. Bisogna analizzare le componenti, LDL e soprattutto la Lipoproteina(a) (Fonte AGI). È qui che si gioca la partita vera”. Le nuove carte del rischio, SCORE2 e SCORE2-OP, abbandonano il vecchio totale. Puntano al colesterolo “cattivo” e a questa Lp(a) ribattezzata “super cattivo”. Perché? Ha una specie di coda proteica, l’Apolipoproteina(a), spiegano gli esperti. E quella la rende pericolosa, quasi appiccicosa. Maggior rischio di aterosclerosi, più trombi.
Un altro nome importante, Ciro Indolfi, presidente della Federazione italiana di cardiologia, a Repubblica ha detto: “La Lp(a) va misurata almeno una volta nella vita. Subito, o al prossimo esame lipidico. Sopra i 50 mg/dL cambia tutto. Il rischio sale. E vanno intensificati i controlli”.
Nel frattempo, i ricercatori ricordano che sono in sviluppo farmaci capaci di ridurre la Lp(a) fino al 98%. Non ancora disponibili. Ma in arrivo.
E il messaggio è chiaro: il totale? Ormai inutile. L’LDL resta il vero nemico da abbassare.
Colesterolo e i parametri aggiornati: tra linee guida e vita quotidiana
Il professor Perrone Filardi, intervistato dal Corriere Salute, ha aggiunto un dettaglio che molti pazienti non vogliono sentire: “Prima dei farmaci, c’è lo stile di vita. Dieta, attività fisica, niente fumo. E poi vediamo”. Non sempre si può medicalizzare subito, insiste. Se un paziente riesce a raggiungere i livelli target solo con abitudini sane, quello è l’obiettivo migliore.
Le nuove linee guida, annunciate anche in occasione della campagna “E tu, hai a cuore il tuo cuore?”, promossa dalla Fondazione Cuore e Circolazione e presentata il 2 ottobre al Senato, cambiano il modo di vedere il rischio cardiovascolare. Per sempre, forse.
E i pazienti? Si chiedono come interpretare quegli esami del sangue ora che il numero in grassetto non conta più. “Serve chiarezza”, dice un medico di base di Bari a Il Sole 24 Ore. Perché la gente legge il referto, vede il totale alto, si spaventa. Ora bisognerà spiegare che quello non basta, che il rischio si calcola con altri parametri. Più complessi più aggiornati, sì, ma più precisi.
Il colesterolo, insomma, non è più un numero unico. È una storia fatta di componenti diverse. E la medicina, lentamente, si sta adattando.