Dopo anni di dibattiti e incertezze, il futuro di San Siro sembra finalmente prendere forma. Il Consiglio comunale di Milano ha dato il via libera alla vendita dello storico stadio, aprendo la strada a un nuovo progetto che potrebbe rivoluzionare il volto sportivo e urbano della città. Tra vincoli burocratici, ricorsi e le scadenze legate agli eventi europei, la trasformazione di San Siro rappresenta un passaggio cruciale non solo per i club che lo hanno reso celebre, ma anche per l’intera comunità milanese.
La lunga notte di Palazzo Marino tra tensioni e polemiche
Nella notte tra lunedì e martedì il Consiglio comunale di Milano ha dato il via libera alla vendita di San Siro a Inter e Milan, sancendo un passaggio epocale per lo storico impianto. Dopo una seduta fiume di quasi dodici ore, la delibera è stata approvata con 24 voti favorevoli e 20 contrari, mentre due consiglieri non hanno partecipato al voto.
L’operazione, dal valore di 197 milioni di euro, trasferirà le aree del Meazza ai club milanesi, aprendo la strada alla costruzione di un nuovo stadio da 71.500 posti, che sorgerà nei parcheggi attuali del complesso. L’obiettivo è completare l’impianto in tempo per gli Europei di calcio del 2032, garantendo così alla città un moderno punto di riferimento sportivo e commerciale.
Milano, il Consiglio comunale dice sì: San Siro pronto per la vendita
Il dibattito consiliare si è protratto fino alle prime ore del mattino, caratterizzato da scontri anche all’interno della maggioranza. La vicesindaca Anna Scavuzzo ha sottolineato la volontà di “scrivere una pagina nuova” per l’area di San Siro, ma ha evidenziato che alle squadre spetterà ora un ruolo più attivo nel portare avanti il progetto.
Critiche sono arrivate dai Verdi e da parte dell’opposizione per il metodo della “tagliola”, che ha fatto decadere la maggior parte dei 239 emendamenti presentati. Alcuni consiglieri hanno definito il passaggio come una “pagina triste” per la città, denunciando mancanza di rispetto istituzionale e contrasti interni al Consiglio. Nonostante le tensioni, la maggioranza è riuscita a far approvare la delibera, anche grazie all’assenza strategica di alcuni esponenti di Forza Italia, che ha ridotto il quorum necessario.
Con la delibera approvata, Milan e Inter avranno 40 giorni per completare i dettagli della transazione, evitando che l’impianto rimanga soggetto a vincoli culturali sul secondo anello del Meazza. Una volta perfezionata la cessione, il vecchio stadio sarà in gran parte demolito, eccezion fatta per una parte della Curva Sud, mentre negli spazi adiacenti prenderà forma il nuovo impianto progettato dagli studi Manica e Foster+Partners.
Il progetto prevede non solo un’arena moderna con 71.500 posti, ma anche parcheggi, negozi, ristoranti e strutture ricettive, con un’attenzione particolare a accessibilità, sostenibilità e innovazione. Durante i lavori, Inter e Milan continueranno a giocare al Meazza, garantendo la continuità sportiva fino al completamento del nuovo stadio previsto entro il 2031.