Rettifica: Dichiarazioni di Bassetti a Febbraio

RETTIFICA: Il presente articolo, erroneamente ripubblicato in data 4 maggio, riporta dichiarazioni rilasciate dal dottor Matteo Bassetti a diverse testate in data 26 febbraio 2020. La pubblicazione dell'articolo da parte nostra è dovuta a un errore tecnico di ripubblicazione bozze, di cui la testat...

RETTIFICA: Il presente articolo, erroneamente ripubblicato in data 4 maggio, riporta dichiarazioni rilasciate dal dottor Matteo Bassetti a diverse testate in data 26 febbraio 2020.

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Matteo Bassetti – infettivologo e direttore del San Martino di Genova – va controcorrente e sostiene che in Italia nessuno è morto per coronavirus.

“Dobbiamo essere tranquillizzanti – dice il primario -, come sono stato fin dall’inizio. Il coronavirus è più simile all’influenza che alla pesta bubbonica”. In contrasto con molti suoi colleghi, quindi, Bassetti porta avanti una tesi che si avvicina a quella delineata da alcuni politici italiani (le sue dichiarazioni sono di febbraio 2020). “Sono cristianamente vicino alle famiglie dei morti – ha aggiunto ancora Bassetti -, ma lasciatemi dire che in Italia non c’è neanche un paziente morto per il coronavirus.

Quando uno entra in ospedale per un infarto e muore col coronavirus – spiega infine – non è morto per il coronavirus, è morto per l’infarto”.

Coronavirus, Bassetti: “In Italia nessun morto”

Dopo la polemica sulla “dittatura delle mascherine”, Bassetti torna a parlare del coronavirus e di come in Italia non vi sarebbe alcun morto di Covid. “Ad oggi in Italia veramente morto per il coronavirus non c’è nessuno – ha detto il primario di Genova -.

È una bruttissima forma virale ma molto più vicina all’influenza che alla Sars o all’influenza dei cammelli. La maggioranza dei casi sono a casa loro tranquilli, come succede nella maggior parte dei pazienti con influenza”.

Per proteggersi, quindi, secondo l’infettivologo Bassetti, “non bisogna fare nulla”. “Non serve mettersi le mascherine – aggiunge anche -. L’attenzione è talmente alta che non bisogna fare niente, bisogna sì lavarsi le mani”.

Infine, verso chi diffida dalle sue parole chiarisce: “Nel 90% dei casi la malattia non è grave. Non mi sono inventato niente: i numeri della Cina, il cui sistema è andato completamente al collasso, ci dicono che c’era una mortalità del 2%”.