Pietro Rinaldi, uno scrittore in età avanzata, è noto per il suo famoso romanzo in cui esprime senza riserve il suo disprezzo per molte cose, facendo una lista di tutto ciò che detesta. Durante il giorno del suo compleanno, Pietro prende la decisiva decisione di porre fine alla sua vita. Tuttavia, viene frenato da una terribile notizia: sua figlia e il genero sono passati a miglior vita in conseguenza di un incidente. Si ritrova, quindi, a dover assumere la responsabilità del suo nipote quasi sconosciuto, Mattia, personaggio interpretato da Biagio Venditti. Il viaggio intrapreso assieme dal nonno e nipote è alla base del film di debutto di Gianni De Blasi, “L’ultima settimana di settembre”, con Diego Abatantuono nel ruolo drammatico centrale.
Abatantuono esprime il suo pensiero riguardo la difficoltà di realizzare commedie rispetto ai film drammatici, sottolineando come entrambi richiedano realismo. Scelse questo copione perché rispecchia la sua attuale fase di vita. Secondo lui, ognuno ha un suo modo personale di affrontare l’invecchiamento, ma è un problema universale. Alcuni cercano disperatamente di rimanere giovani, mentre altri desiderano invece accettare, e persino morire, giovani. Nonostante le differenze, il risultato finale è lo stesso per tutti. La narrazione del rapporto tra nonno e nipote adolescente lo ha colpito, avendo avuto esperienze simili prima con i suoi figli e poi con i suoi nipoti.
“Il film ‘L’ultima settimana di settembre’, basato sull’omonimo romanzo di Lorenzo Licalzi e scritto dal regista in collaborazione con Pippo Mezzapesa e Antonella W. Gaeta, inizia in toni di disperazione profonda. Ciò cambia gradualmente quando nonno e nipote, Pietro e Mattia, iniziano a condividere momenti insieme, come fumare la stessa sigaretta e ascoltare musica in un’auto d’epoca. Il viaggio attraverso le strade regionali porta loro più vicini.
Questo film è all’insegna dei sentimenti intensi, dell’emozione e del destino. Abatantuono, l’attore, sottolinea l’importanza del destino nell’aprire il cammino di questa relazione tra nonno e nipote. La sua convinzione è che gli spettatori usciranno dal cinema più felici di quando sono entrati. Abatantuono ha cercato di inserire un tocco di ironia, ma senza oscurare la serietà della trama.
La presenza del giovane attore Mattia, interpretato da Biagio Venditti, a cui Abatantuono riconosce un autentico talento naturale, stempera l’oscurità del film. Nelle sue parole finali, Abatantuono afferma, con un pizzico di invidia, che gli attori più giovani hanno una vitalità contagiosa, riuscendo a trasmettere un senso di vita, così come si evince anche dal film.”