Il fenomeno dello stalking e della violenza domestica continua a rappresentare un grave problema sociale e giuridico, con conseguenze profonde per le vittime. Il caso del giornalista Enrico Varriale, recentemente condannato per stalking e lesioni, con pena sospesa, nei confronti della sua ex compagna, riporta all’attenzione pubblica quanto sia importante affrontare con serietà e rigore queste situazioni, garantendo giustizia e supporto alle vittime.
Avvocata di parte civile: condanna a Varriale riconosce violenza e stalking
A commentare l’esito del processo a caldo è stata Teresa Manente, avvocata di parte civile e responsabile dell’ufficio legale di Differenza Donna, che ha espresso soddisfazione per la sentenza. Secondo la legale, il tribunale ha riconosciuto la responsabilità penale dell’imputato per il reato di atti persecutori e per l’aggressione fisica ai danni della sua assistita, condannandolo a una pena ritenuta giusta, al risarcimento del danno e alla rifusione delle spese processuali.
La Manente ha inoltre riferito che il tribunale ha accertato come Varriale abbia posto in essere condotte reiterate che hanno violato il diritto alla libertà e alla sicurezza della donna, ignorando in modo sistematico la sua volontà di interrompere ogni rapporto.
“Nessun ‘dispiacere’, nessun preteso ‘amore’ può giustificare una relazione che si fonda sul controllo, sull’intimidazione, sull’umiliazione e sulla violenza. Le parole usate dall’imputato e le sue azioni, pedinamenti, minacce, aggressioni, parlano da sole e descrivono un modello di possesso che non ha nulla a che vedere con l’affettività”, ha concluso.
Enrico Varriale condannato per stalking e lesioni: la dura sentenza
Il tribunale di Roma ha emesso una condanna di 10 mesi, con pena sospesa, nei confronti del giornalista televisivo Enrico Varriale, ritenuto responsabile di stalking e lesioni ai danni della sua ex compagna.
Il giudice monocratico ha stabilito che, una volta che la sentenza sarà definitiva, Varriale dovrà seguire un percorso di recupero presso enti o associazioni dedicate agli uomini autori di maltrattamenti. In aula, il pubblico ministero aveva avanzato la richiesta di una pena più severa, pari a due anni di reclusione.
Il pm ha evidenziato come, in molte relazioni sentimentali, spesso uno dei partner desidera porre fine al rapporto mentre l’altro fatica ad accettarlo, adottando comportamenti ossessivi e molesti, spiegando che questa dinamica è emersa chiaramente nel caso in esame e giustifica la richiesta di condanna.
“La giustizia continua a stupirmi. Non avrei mai creduto che si potesse condannare per stalking una persona la cui unica colpa è avere mandato decine di messaggi alla ex compagna, al fine di incontrarla per chiarire e chiederle scusa. Leggerò le motivazioni e sicuramente proporrò appello“, ha dichiarato l’avvocato dell’imputato, Fabio Lattanzi.