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Medici e fine vita: il 63% favorevole all’eutanasia, ma in casi specifici

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Il 63% dei medici italiani è favorevole all’eutanasia in determinati casi, lo evidenzia lo studio AIOM.

Un recente studio condotto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) rivela che il 63% dei medici italiani è favorevole all’eutanasia nei pazienti, seppur con condizioni precise.

Urgenza di una normativa nazionale sul fine vita

L’indagine ha anche messo in luce la necessità percepita dai clinici di avere un quadro normativo chiaro e sicuro: il 90% ritiene indispensabile l’adozione di una legge nazionale che disciplini il fine vita. Per approfondire opinioni e pratiche organizzative, AIOM e Fondazione AIOM hanno coinvolto diverse società scientifiche, tra cui Airo, Siaarti, Sico, Sicp e Sipo, analizzando tematiche come cure palliative precoci, pianificazione condivisa delle cure, sedazione palliativa, desistenza terapeutica e supporto medico al morire.

Lo studio fornisce così una fotografia dettagliata della posizione dei medici italiani sull’eutanasia e sul percorso di cura dei pazienti oncologici nelle fasi terminali.

Eutanasia, il 63% dei medici è favorevole: ecco a quali condizioni

Secondo l’indagine promossa dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dalla Fondazione AIOM, circa il 63% dei medici italiani mostrerebbe apertura verso l’eutanasia nei pazienti oncologici, con una differenziazione significativa: metà dei professionisti intervistati ritiene accettabile ricorrervi solo in circostanze particolari legate alla sofferenza del paziente, mentre una quota più ridotta si dichiara favorevole senza limitazioni.

Lo studio, condotto su 562 clinici e presentato durante le “Giornate dell’Etica” a Lecce, evidenzia inoltre che il 60% degli oncologi continua a proporre trattamenti anticancro nell’ultimo mese di vita e che circa un terzo dei medici si sente poco preparato ad affrontare l’assistenza nella fase finale della malattia.