La vicenda dei tre fratellini cresciuti nella cosiddetta “casa nel bosco” di Palmoli, in Abruzzo, continua a suscitare attenzione. Dopo il trasferimento in una casa famiglia a Vasto, il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila sta valutando attentamente il loro percorso educativo e sociale, con particolare attenzione all’obbligo scolastico e alla necessità di socializzare con altri coetanei, prima di decidere su un eventuale riaffido ai genitori.
Famiglia nel bosco: il percorso dei tre bambini in casa famiglia
Dal 20 novembre, i tre fratellini cresciuti nella “casa nel bosco” di Palmoli, in provincia di Chieti, sono ospitati in una casa famiglia a Vasto, sotto la supervisione della tutrice Maria Luisa Palladino, nominata dal Tribunale per i Minorenni dell’Aquila.
Nonostante il trasferimento sia avvenuto con la loro approvazione, i genitori hanno manifestato l’intenzione di chiedere il riaffido dei bambini, anche se la restituzione potrebbe non essere immediata. Il 4 dicembre scorso, infatti, il tribunale si è riservato la decisione sulla richiesta di revoca dell’ordinanza di allontanamento dei minori.
Famiglia nel bosco, brutta notizia in arrivo: l’annuncio della tutrice
Attualmente, i bambini seguono un percorso di homeschooling, nello specifico unschooling, un approccio più radicale dell’istruzione familiare ma comunque riconosciuto dalla legge italiana attraverso il supporto di un istituto scolastico. Ogni anno devono sostenere un esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva. Tuttavia, secondo il tribunale, i fratellini necessitano di maggiori occasioni di socializzazione, anche se in casa famiglia hanno dimostrato buone capacità di interazione.
La tutrice evidenzia che il periodo trascorso nella struttura protetta è stato “troppo breve” per valutare in maniera completa il comportamento dei minori, per cui occorre più tempo prima di decidere sul riaffido. La situazione viene monitorata anche dalla curatrice speciale Marika Bolognese, dalla garante regionale per i diritti dell’infanzia Alessandra De Febis e dai rappresentanti dell’Ambasciata australiana, presenti negli incontri con le autorità italiane.
“Si sta valutando la scuola, primariamente è quella la ragione per cui si sta tentando di prorogare questo termine, ma di poco solo per ragionare con i genitori sull’obbligo scolastico che il nostro ordinamento prevede”, ha concluso Palladino, intervistata dai giornalisti, prima di entrare nella struttura.