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Rimini, figlia 18enne drogata e segregata dai genitori per un matrimonio forzato

figlia 18enne drogata

I genitori arrestati a Rimini per aver segregato la figlia 18enne drogata e costretta a un matrimonio combinato. Una vicenda che svela violenze, inganni e coraggio nella denuncia.

Una vicenda che sembra uscita da un film drammatico, invece è accaduta davvero. Il caso esplode a Rimini. Due genitori, lui 55 anni, lei 42, cittadini bengalesi, vengono arrestati dai carabinieri con l’accusa di aver segregato, picchiato e persino drogato la figlia 18enne.

Figlia 18enne drogata e costretta a un matrimonio

Non è solo una storia di violenza domestica.

È anche l’ennesimo episodio di scontro culturale, di quelle fratture che si aprono quando tradizioni e diritti non riescono a convivere? qui il problema è diverso esiste il reato: due genitori e la figlia 18enne drogata e costretta ad un matrimonio contro la sua volonta?

Le indagini sono partite mesi fa. I militari, coordinati dalla Procura, hanno raccolto la denuncia grazie al coraggio della ragazza. La giovane – raccontano fonti investigative citate dall’Ansa – era arrivata in Italia a 7 anni. Qui aveva costruito amicizie, studiato, sognato un futuro diverso. A dicembre i genitori le avevano parlato di un viaggio in Bangladesh, con la scusa di visitare la nonna malata. In realtà la trappola era già pronta.

A Dacca, racconta la stessa vittima in un colloquio riportato da Il Resto del Carlino, la 18enne si è vista sottrarre documenti e carta di credito. “Non potevo uscire, non potevo telefonare”, confida. Nel frattempo, la famiglia le aveva combinato il matrimonio con un uomo più grande di dieci anni. Un destino deciso a tavolino.

Il racconto si fa crudele. Minacce, violenze psicologiche, e soprattutto medicine. Calmanti, farmaci per favorire la gravidanza. Era una strategia, spiega chi indaga, per spezzare la sua volontà. La ragazza, però, non si è arresa. Con coraggio, ha iniziato a prendere di nascosto la pillola anticoncezionale. E tramite un’amica ha trovato un filo di salvezza: un consultorio, una volontaria di un centro antiviolenza, infine i carabinieri in Italia.

La fuga, l’inganno e il ritorno in Italia

Quando a casa non arrivava la notizia di una gravidanza, i genitori hanno ceduto: “Torniamo per un po’ in Italia”. Era aprile. Un viaggio che segna la svolta.

Appena atterrata a Bologna, la giovane non immaginava cosa stesse per accadere. Ad aspettarla c’erano i carabinieri. Una scena veloce, quasi cinematografica: lei portata via in una località protetta, i genitori rintracciati poco dopo e messi agli arresti domiciliari. Una misura confermata dal giudice, come spiegano fonti della Procura riminese a Repubblica.

La storia, due genitori al centro di un fatto di cronaca di violenza familiare, vede la figlia 18enne drogata e picchiata, non finisce qui. La ragazza ha un amore in Italia, un connazionale di 23 anni residente a Forlì. Lo sapevano anche i genitori, e non l’hanno mai accettato. Forse è questo uno dei motivi che ha fatto precipitare la tensione familiare. Il ragazzo, interpellato da alcuni cronisti locali, ha raccontato di “notti passate senza dormire, in attesa di notizie”.

Il caso scuote la comunità. La piccola cittadina romagnola dove i genitori vivevano, raccontano i vicini, era sempre silenziosa. “Li vedevamo raramente – dice una signora al Corriere Romagna – non avremmo mai immaginato una cosa simile”.

Un dettaglio quasi superfluo, ma che dice molto: davanti alla casa dei due arrestati, la serranda è abbassata da giorni. Nessuno entra, nessuno esce. Il silenzio è pesante.

La ragazza oggi è in una struttura protetta. Non si conosce la località. Potrà ricominciare, forse lentamente, forse con fatica. Ma la sua voce – quella che ha trovato la forza di denunciare – resterà la parte più importante di questa storia. Una voce che ha scoperchiato l’ennesimo dramma nascosto dietro le mura di casa.