È stato firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro 2022-2024 per medici e dirigenti sanitari, che interessa 137mila professionisti. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Contratto medici e dirigenti sanitari: arriva la firma
È stato ufficialmente sottoscritto oggi all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, il Contratto collettivo nazionale di lavoro 2022-2024 per l’Area della Dirigenza Medica e Sanitaria.
L’accordo coinvolge complessivamente 137mila professionisti, tra cui 120mila medici e 17mila dirigenti sanitari non medici.
Le risorse stanziate ammontano a 1,2 miliardi di euro e permetteranno un incremento medio del 7,27%, con un aumento mensile stimato di circa 491 euro su 13 mensilità e arretrati medi pari a circa 6.500 euro. L’Aran sottolinea come la trattativa, avviata il 1° ottobre, “si è svolta in un clima positivo e ha portato alla definizione di un accordo considerato ampiamente soddisfacente dalla maggior parte delle organizzazioni sindacali“. Non hanno aderito Fp Cgil Medici e Fassid.
Il presidente Aran, Antonio Naddeo, come riportato dall’Adnkronos ha commentato: “Si garantiscono incrementi economici significativi, compresi 6.500 euro medi di arretrati. Con il via libera di oggi si apre la strada all’avvio in tempi rapidi del negoziato per il triennio 2025-2027. Ringrazio le organizzazioni sindacali per il contributo e il confronto costruttivo”.
Firmato il contratto medici e sanitari, aumenti e arretrati: le novità e chi è coinvolto
Secondo la federazione sindacale Cimo-Fesmed, “l’accordo prevede aumenti mensili che vanno dai 322 euro lordi per gli incarichi di base ai 530 euro per i direttori di unità operativa complessa dell’area chirurgica, mentre gli arretrati oscillano tra gli 8.066 euro e i 13.480 euro”.
Il presidente Guido Quici ha aggiunto all’Adnkronos: “Siamo complessivamente soddisfatti del risultato ottenuto, che accoglie molte delle richieste da noi avanzate. Come più volte auspicato, la trattativa si è concentrata sugli aspetti economici, riuscendo a destinare quasi il 90% delle risorse alla parte fissa della retribuzione“.
Tra le novità, l’indennità degli incarichi iniziali sarà rivalutata del 55% per i professionisti con meno di cinque anni di servizio, mentre per gli altri incarichi gli aumenti oscillano tra il 16% e il 20%. Sul fronte della non esclusività, si registra un incremento dal 55% al 65% rispetto a chi opera in esclusività, precisa Quici, auspicando una correzione nel prossimo contratto triennale 2025-2027.