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Usa: Stiglitz, 'temo il peggio, non facciamo tamponi e Trump pessimo esempio' (2)

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(Adnkronos) - Secondo la visione del Premio Nobel, negli Usa e nel mondo, "chi soffre di più era già in condizioni di instabilità", come ad esempio, "i negozi tradizionali: c'è una catena di bancarotte che riguardano il retail, la grande distribuzione&...

(Adnkronos) – Secondo la visione del Premio Nobel, negli Usa e nel mondo, "chi soffre di più era già in condizioni di instabilità", come ad esempio, "i negozi tradizionali: c'è una catena di bancarotte che riguardano il retail, la grande distribuzione". Negli Usa hanno implementato una "risposta forte, ma il programma non sta funzionando benissimo". Al momento, ricorda Stiglitz, "sono circa 40 milioni gli americani che non lavorano, il covid19 si è diffuso molto velocemente. Come lo spieghiamo?".

La sua spiegazione si basa su alcuni presupposti: "Gli Usa – dice – non erano pronti a fronteggiare un'epidemia. Sotto il presidente Obama era stato creato un dipartimento per il controllo delle pandemie, erano stati chiamati degli accademici seri, queste persone dicevano che la pandemia avrebbe rappresentato un problema. Con Trump quell'incarico è stato cancellato".

Poi, argomenta, "se non c'è un buon sistema sanitario non si riesce a rispondere a un attacco come quello del Covid19. Avevamo un sistema sanitario buono che si è indebolito. Non ci sono pari opportunità: l'America non ha migliorato il proprio sistema ospedaliero e sanitario, la nostra aspettativa di vita è più bassa rispetto al momento in cui è stato eletto Trump. Il sistema previdenza sociale, soprattutto per i poveri, è debole e tra queste maglie è passato il covid". Un esempio è quello dei lavoratori senza copertura assicurativa "costretti ad andare a lavorare anche con il covid19".