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Aspi: Di Stefano, 'revoca concessione in dibattito politico solo grazie a M5S'

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Roma, 9 lug. (Adnkronos) - “Senza il Movimento 5 Stelle al Governo il tema della rimozione della concessione autostradale ai Benetton non sarebbe MAI entrato nemmeno nel dibattito politico. E non ci vuole la sfera di cristallo per indovinarlo tantomeno una laurea per capirlo. I Benetton con le...

Roma, 9 lug. (Adnkronos) – “Senza il Movimento 5 Stelle al Governo il tema della rimozione della concessione autostradale ai Benetton non sarebbe MAI entrato nemmeno nel dibattito politico. E non ci vuole la sfera di cristallo per indovinarlo tantomeno una laurea per capirlo. I Benetton con le autostrade italiane fanno i comodi loro da decenni, li hanno fatti sotto tutti i governi di sinistra e destra, sovranisti e non. Li hanno fatti con Berlusconi, con Bossi, con Salvini, con la Meloni, con Renzi, con Prodi e con chi li ha anticipati”. È quanto scrive in un post su Facebook il sottosegretario Manlio Di Stefano del MoVimento 5 Stelle.

“Da quel maledetto 14 agosto 2018, infatti, siamo soli nel combattere questa giusta battaglia, perché non si cancellano 43 morti con un colpo di spugna, e dobbiamo ringraziare l’allora Ministro Toninelli per aver avviato la procedura di revoca e aver escluso Aspi dalla ricostruzione del Ponte, cosa che adesso la Consulta reputa operazione legittima. È evidente che questo Governo, col M5S come sua forza di maggioranza relativa, non possa andare in un’altra direzione che quella dell’interruzione della concessione ai Benetton e credo che ne sia consapevole anche la Ministra De Micheli, che si è trovata davanti ad un adempimento tecnico improcrastinabile che possiamo e dobbiamo correggere a monte sull’intera concessione (che include anche il Ponte Morandi quindi)”, continua Di Stefano.

“Inutile che le opposizioni si straccino le vesti e parlino di incoerenza del M5S, se fosse per loro avrebbero continuato a banchettare coi Benetton allegramente come hanno sempre fatto, per noi la storia è diversa, noi facciamo quello che diciamo”, conclude.