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Saleh Al-Jafarawi ucciso a Gaza: il quartiere di Sabra piange il giovane giornalista

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Cessate il fuoco fragile a Gaza: il giornalista Saleh Al-Jafarawi ucciso in scontri tra gruppi armati locali.

Gaza City continua a vivere giorni di terrore anche dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Tra le strade segnate dalle macerie, il giovane giornalista Saleh Al-Jafarawi è stato ucciso nel quartiere di Sabra, pochi giorni dopo aver festeggiato con la popolazione la tregua tanto attesa. Aveva documentato per mesi la vita dei civili sotto assedio, dagli sfollamenti forzati ai bombardamenti che hanno distrutto interi quartieri, diventando una voce autorevole sui social e testimone delle devastazioni.

Conflitti interni a Gaza e clima di terrore dopo il cessate il fuoco

Dopo il ritiro delle truppe israeliane, le milizie palestinesi hanno avviato operazioni contro gruppi locali considerati collaborazionisti o sostenuti da Tel Aviv. Al-Jafarawi sarebbe rimasto coinvolto negli scontri tra Hamas e il clan Dughmush, uno dei più importanti della Striscia, mentre documentava gli eventi. Testimoni hanno descritto scene di panico tra i civili: “Questa volta le persone non stavano fuggendo dagli attacchi israeliani, stavano scappando dalla loro stessa gente”, ha raccontato un residente.

La morte di Al-Jafarawi coincide con l’avvio della prima fase del cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, che prevede il ritiro graduale delle forze israeliane, lo scambio di ostaggi e la riapertura dei valichi per gli aiuti umanitari. Nonostante questo scenario, il clima nella Striscia resta fragile e violento.

Gaza piange Saleh Al-Jafarawi, giornalista ucciso nel cuore di Sabra

Mr Fafo è stato ucciso a Gaza“, ha annunciato la tv israeliana Kann.

Saleh Al-Jafarawi , giovane reporter di Gaza noto per i suoi reportage sulla vita dei civili sotto assedio, è stato ucciso a Gaza City pochi giorni dopo l’annuncio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Fonti locali indicano che il giornalista sarebbe stato colpito da sette proiettili nel quartiere di Sabra mentre documentava la devastazione causata dai bombardamenti israeliani.

Il suo lavoro, seguito anche sui social, aveva raccontato per mesi la sofferenza della popolazione, dagli sfollamenti forzati ai danni provocati dai droni, mantenendo viva la voce dei civili. Come ha ricordato il Gaza Government Media Office, l’omicidio è “una diretta conseguenza della politica israeliana di prendere di mira i giornalisti palestinesi, sia attraverso raid aerei che milizie per procura“.

Al-Jafarawi, che aveva 27 anni, era diventato un simbolo di resistenza: solo due giorni prima della sua morte aveva celebrato per le strade di Gaza City il cessate il fuoco, urlando: “State vivendo questa immensa gioia… la gente di Gaza ha finalmente il diritto di essere felice, ha il diritto di festeggiare, il diritto di dormire in pace”.