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Dimissioni al Ministero della Cultura: il capo ufficio lascia dopo le polemiche

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Dimesso il capo ufficio del Ministero della Cultura: polemiche per l’uso dei canali istituzionali a fini politici. Ecco cosa è accaduto.

Il capo ufficio del Ministero della Cultura si è dimesso in seguito alle polemiche per l’uso dei canali istituzionali a fini politici. La vicenda evidenzia le tensioni tra comunicazione ufficiale e impegno elettorale, sottolineando i confini delicati tra ruolo pubblico e attività politica.

Scossone nel Governo, si è dimesso il capo ufficio stampa del ministero della Cultura

Piero Tatafiore, capo dell’ufficio stampa del Ministero della Cultura, ha rassegnato le proprie dimissioni “immediate e irrevocabili” dal ruolo, annunciandolo in una nota ufficiale.

L’utilizzo di strumenti istituzionali per comunicazioni di natura politica è stato da parte mia un errore improprio di cui mi scuso prima di tutto con il Ministro, che ringrazio per l’opportunità di crescita lavorativa che mi ha concesso, e con l’intero Gabinetto“, ha dichiarato Tatafiore.

La decisione segue la diffusione, tramite i canali ufficiali del ministero, di tre comunicati riguardanti la campagna elettorale per le elezioni regionali in Campania, contenenti dichiarazioni del ministro Alessandro Giuli a favore del candidato del centrodestra Edmondo Cirielli.

Le reazioni politiche sono state immediate: i deputati campani del PD hanno definito “uno strappo istituzionale” l’utilizzo dei canali ministeriali per attività di propaganda, sottolineando come queste azioni compromettano la neutralità degli uffici pubblici. Fonti interne al ministero hanno chiarito che, sebbene l’impegno politico di un ministro sia legittimo, “per Giuli è inaccettabile qualsiasi ombra di sospetto sull’utilizzo di strumenti comunicativi istituzionali per attività che spetta alle agenzie, semmai, riportare“.

Scossone nel Governo, si è dimesso il capo ufficio stampa del ministero della Cultura: accuse gravi

La vicenda si inserisce nel pieno della campagna elettorale regionale in Campania. Nella giornata precedente alle dimissioni, il ministro Giuli aveva partecipato alla chiusura della campagna di Cirielli a Napoli, ricordando gli investimenti ministeriali nella regione superiori a un miliardo di euro e affermando “la concreta possibilità di ribaltare uno schema fallimentare“. Queste dichiarazioni, riprese dall’ufficio stampa del ministero, hanno scatenato le polemiche, alimentando accuse di uso improprio di strumenti istituzionali a fini politici.

La situazione ha messo in evidenza la delicatezza del ruolo dei portavoce ministeriali e dei canali ufficiali di comunicazione, evidenziando come un errore di gestione possa avere ripercussioni immediate sia sul piano politico sia su quello istituzionale, portando alla fine alla decisione irrevocabile di Tatafiore di lasciare l’incarico.