La crisi a Gaza continua a oscillare tra conflitto e prospettive di pace. In un contesto segnato dall’escalation dei combattimenti e dalla crescente sofferenza della popolazione, il piano di Trump, sostenuto da alcuni Paesi arabi, offre una possibilità concreta per avviare un cessate il fuoco e un dialogo tra Hamas e Israele. L’Italia, sotto la guida della premier Giorgia Meloni, si presenta come attore chiave, con un duplice impegno: fornire sostegno umanitario alla popolazione e svolgere un ruolo diplomatico capace di promuovere la costruzione di una pace reale e duratura.
Hamas diviso sul piano di Pace, tra apertura e resistenze
La notte scorsa, Hamas ha annunciato ufficialmente la sua disponibilità ad accettare il piano di pace proposto dal presidente statunitense Donald Trump, sebbene con riserve. Il movimento islamista ha dichiarato di essere pronto a rilasciare tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle sue mani, come previsto dal piano Usa, ma ha chiesto ulteriori discussioni e negoziati sulla proposta americana.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Hamas ha mostrato disponibilità ad accettare il piano di pace proposto da Donald Trump, ma rimane fortemente divisa al suo interno. Khalil Al-Hayya, principale negoziatore di Hamas, e altri dirigenti politici sostengono l’accordo nonostante significative riserve, ma la loro influenza sull’ala armata rimane limitata. I comandanti nella Striscia temono di non riuscire a imporre il rispetto delle richieste di disarmo tra i combattenti se accettassero un accordo che equivale a una resa. I mediatori arabi riferiscono che Ezzedin al-Haddad, a capo di Hamas nella Striscia dopo l’uccisione di Yahya e Mohammed Sinwar, ha dichiarato di essere aperto al compromesso e disposto a cedere razzi e altre armi offensive all’Egitto e alle Nazioni Unite, pur volendo conservare armi leggere considerate difensive.
Guerra Gaza, l’intervento della premier Meloni: “Piano di Pace Trump squarcia le tenebre”
In occasione delle celebrazioni per la giornata di San Francesco ad Assisi, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato che la pace non si ottiene semplicemente invocandola, ma costruendola con azioni concrete e dialogo. Come ha affermato la premier, “La pace non si materializza quando la si invoca ma quando la si costruisce. È quanto ci auguriamo stia accadendo in Palestina”.
Meloni ha evidenziato come l’Italia stia contribuendo attivamente a questo processo, bilanciando sostegno umanitario alla popolazione palestinese e ruolo di interlocutore credibile per tutti gli attori coinvolti, senza cadere nella trappola della contrapposizione frontale. Riguardo al piano di pace statunitense per Gaza, mediato da alcuni Paesi arabi, la premier ha osservato che “potrebbe essere accolto da Hamas. Questo vorrebbe dire la fine della sofferenza. Questo potrebbe voler dire tornare alla pace. Una luce di pace squarcia la tenebra della guerra e abbiamo tutti il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità affinché questa preziosa e fragile opportunità abbia successo”.
Riflettendo sul messaggio di San Francesco, ha ricordato che il dialogo con chi ha visioni diverse è essenziale: “Dove si esaurisce il dialogo e si esaurisce la pazienza della relazione col diverso, con chi non ti piace o non la pensa come te, è lì che germoglia il virus della guerra“.