Il tema del rafforzamento della Difesa torna al centro del dibattito politico. In un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni e nuove sfide alla sicurezza, il governo italiano valuta strumenti per potenziare la prontezza operativa delle Forze Armate. Tra le proposte sul tavolo, spicca quella per l’istituzione di una riserva ausiliaria di riservisti militari, destinata a supportare l’Esercito in caso di necessità.
Il disegno di legge, promosso dalla Lega e firmato dal deputato Nino Minardo, sarà esaminato dalla Commissione Difesa della Camera a partire dall’8 luglio.
Riservisti militari, il Pd prende le distanze dalla proposta della maggioranza
Il capogruppo del Partito Democratico in Commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano, ha smentito con fermezza qualsiasi sostegno da parte del suo partito alla proposta di legge presentata dalla maggioranza. Secondo quanto affermato, è privo di fondamento sostenere che il PD sia favorevole all’istituzione di una riserva militare così come delineata dal testo promosso dal deputato leghista Nino Minardo.
Graziano ha sottolineato la necessità di fare chiarezza, ribadendo la netta distanza del suo gruppo parlamentare dai contenuti della proposta.
“È evidente che la nostra proposta di legge è profondamente diversa da quella presentata dal presidente della Commissione Difesa della Camera, Nino Minardo, che, come si legge chiaramente nel testo della proposta di legge della maggioranza, prevede esplicitamente il possibile utilizzo della riserva in caso di guerra. Ogni tentativo di confondere i piani o di attribuirci intenti che non ci appartengono è strumentale e inaccettabile”, ha concluso.
Il piano del Governo per richiamare 10mila riservisti militari: la proposta della Lega
La proposta di legge prevede che i riservisti militari siano selezionati esclusivamente tra cittadini italiani congedati, che abbiano svolto servizio come Volontari in ferma iniziale (VFI) o triennale (VFT). Secondo quanto indicato nel testo, la riserva ausiliaria sarà costituita da ex militari provenienti dal servizio permanente o da incarichi a termine, fino a un massimo di 10.000 unità. Questi saranno organizzati in nuclei regionali, operativi sotto l’autorità delle strutture militari designate con decreto ministeriale da adottare entro novanta giorni dall’entrata in vigore della norma.
Il provvedimento prevede che la riserva ausiliaria possa essere mobilitata nei seguenti casi:
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In tempo di guerra
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In situazioni di grave crisi internazionale o interna, con potenziali effetti sulla sicurezza dello Stato
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Per la difesa dei confini nazionali
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Per attività di supporto logistico e cooperazione civile-militare
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Per il controllo del territorio, anche in collaborazione con le Forze di polizia a ordinamento civile e militare
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In caso di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, ai sensi dell’articolo 24 del Codice della protezione civile
Il promotore del disegno di legge, l’onorevole Nino Minardo della Lega, ha sottolineato come il tema sia stato oggetto di un’approfondita analisi in Commissione Difesa, anche attraverso il confronto con modelli adottati da altri Paesi. A suo avviso, si tratta di una misura fondamentale per rispondere alle esigenze strategiche del Paese.
La proposta di legge stabilisce che la deliberazione del Governo relativa alla mobilitazione della riserva ausiliaria debba essere trasmessa alle Camere, le quali sono tenute a esaminarla entro un termine perentorio di quarantotto ore. Il Parlamento, nel rispetto dei propri regolamenti interni, è chiamato ad autorizzare o respingere l’iniziativa attraverso appositi atti di indirizzo. Al momento dell’invio, il Governo è tenuto a specificare le finalità della mobilitazione, il numero massimo di riservisti coinvolti e la durata prevista dell’impiego.