L’Heidi che incontriamo oggi è Elisabetta Bottinelli, forestale e guida AIGAE. Elisabetta è una cittadina torinese, appassionata da sempre di montagna, un luogo dove sin da piccola si è rifugiata e dove ha passato i periodi estivi a giocare nei prati e nei boschi ma soprattutto è il luogo dove ha deciso di vivere e crescere le sue due bambine.
Il bosco è “la sua casa”, un luogo dove si sente accolta, un luogo di pace e un rifugio dalle preoccupazioni della giornata. Malgrado questo, Elisabetta pur essendo una sognatrice è ben consapevole che il bosco delle favole non esiste. Anzi, percepisce con estrema chiarezza che le persone lo vedono sempre di più come una sorta di “nemico” e non come una fonte di benessere collettivo. Questo perché – a causa dei cambiamenti climatici, della mancata gestione forestale ma soprattutto della non conoscenza del bosco – che prevede un naturale invecchiamento e caduta degli alberi – se ne vedono solo i lati oscuri e pericolosi.
Da questa consapevolezza e dalla volontà di far capire che il bosco è un alleato ed è una risorsa della e per la Comunità, che nasce il suo impegno quotidiano. Una lotta semplice e pacifica che si traduce nel suo lavoro per la gestione forestale, nella sua attività di divulgazione e informazione ma soprattutto nel suo mestiere di guida escursionistica. Come possiamo leggere sul sito guide-trek-alps “che sia un’attività di educazione ambientale con i più piccoli o un’escursione con adulti, la voglia di trasmettere le mie conoscenze non cambia. Continuo ad emozionarmi leggendo lo stupore negli occhi di chi dedica il suo tempo a seguirmi e ad ascoltarmi.”
Come ci insegna l’economia civile, il prendersi cura dei propri luoghi di vita può generare una bellezza pubblica. Una bellezza condivisa, che si offre alla vista di molti, non si chiude in un lusso accessibile a pochi, ma si espone in regalo per tutti. Una bellezza terapeutica che consente alle persone di coltivare la dignità delle loro vite, di risvegliare il senso di appartenenza ad un luogo e a una comunità. Per Elisabetta “questo luogo” è il bosco amico e compagno di giochi della sua infanzia e il grande lavoro è e sarà far percepire questa inestimabile ricchezza anche agli amministratori del bene comune. Non sarà facile, riguardo ai tempi necessari per una corretta gestione forestale Elisabetta prevede – pur essendo un’inguaribile ottimista – un miglioramento significativo tra una decina di anni: i cambiamenti non possono avvenire dall’oggi al domani, soprattutto quelli culturali, ma il sogno di vedere boschi gestiti correttamente, e soprattutto la volontà di generare un cambiamento devono essere il motore di questa rivoluzione non violenta.