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In Perù Fujimori "el Chino" esce di prigione, Paese torna a dividersi

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Roma, 6 dic. (askanews) - La Corte costituzionale del Perù ha ordinato di rilasciare dal carcere l'ex presidente peruviano Alberto Fujimori, che sta scontando una pena detentiva di 25 anni per crimini contro l'umanità. Il Paese andino torna così a dividersi, con i sostenitori dell'85enne Fujim...

Roma, 6 dic. (askanews) – La Corte costituzionale del Perù ha ordinato di rilasciare dal carcere l’ex presidente peruviano Alberto Fujimori, che sta scontando una pena detentiva di 25 anni per crimini contro l’umanità.

Il Paese andino torna così a dividersi, con i sostenitori dell’85enne Fujimori, di origini giapponesi ma soprannominato “el Chino”, il cinese, il cui rilascio “immediato” è stato ordinato per motivi umanitari, per via del suo stato di salute, si sono ritrovati fuori dal carcere per attendere la sua uscita.

“Il Perù ha un debito verso il ‘Chino’ (il cinese, ndr). Grazie a lui abbiamo la pace, grazie a lui abbiamo molte cose, è stato l’unico presidente che ha fatto molte cose per il nostro Perù. Gli siamo debitori. ‘Chino’ la gente qui ti ama e ti sta aspettando”, ha detto una sua sostenitrice, Lida Gago, ai microfoni di Afp.

E dall’altra parte una trentina di persone, con fiori e foto delle vittime dei massacri commessi dagli squadroni della morte dell’esercito sotto la presidenza Fujimori nel 1991 e 1992 si sono radunati davanti al ministero della Giustizia a Lima per protestare contro l’ordine di scarcerazione.

“Siamo davvero indignati che tanti sforzi di lotta da parte delle vittime per garantire questo diritto alla giustizia vengano derisi da tre magistrati che danno validità a un indulto nato nel dicembre 2017”, dice una sorella di una vittima, Gisela Ortiz Perea, ad Afp, riferendosi alla grazia concessa nel 2017 e poi annullata nel 2018.

Fujimori, presidente del Perù dal 1990 al 2000, è stato accusato di corruzione e violazioni dei diritti umani per le presunte operazioni antiterrorismo negli anni ’90 e ritenuto colpevole della morte di 25 persone in due differenti massacri. Nel 2000 fuggì in Giappone, ma nel 2007 fu estradato in Perù e due anni dopo ha ricevuto una condanna a 25 anni di carcere.