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Italia Ospite d'onore alla Buchmesse: "La cultura che unisce"

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Francoforte, 28 mag. (askanews) - Trentasei anni dopo l'Italia torna Paese Ospite d'onore alla Buchmesse di Francoforte e lo fa con oltre cento autori e 80 incontri, sotto cappello del progetto voluto dal commissario straordinario del governo Mauro Mazza e intitolato "Radici nel futuro". "Oggi - ha ...

Francoforte, 28 mag. (askanews) – Trentasei anni dopo l’Italia torna Paese Ospite d’onore alla Buchmesse di Francoforte e lo fa con oltre cento autori e 80 incontri, sotto cappello del progetto voluto dal commissario straordinario del governo Mauro Mazza e intitolato “Radici nel futuro”. “Oggi – ha detto Mazza durante la presentazione del programma alla Literaturhaus di Francoforte – mi piace rilanciare con voi un altro slogan di quattro parole. La cultura che unisce. E oggi, soprattutto oggi, ce n’è molto bisogno”.

La lista degli autori italiani che interverranno alla fiera di Francoforte è effettivamente variegata: si va da Chiara Valerio a Stefano Zecchi, da Vivian Lamarque a Susanna Tamaro, da Nicola Lagioia a Marcello Veneziani, e poi ancora moltissimi altri, con Dacia Maraini e Claudio Magris a fare da numi tutelari. Ma la Buchmesse è anche una grande occasione per le imprese editoriali italiane, come ci ha confermato il presidente dell’Associazione italiana degli editori, Innocenzo Cipolletta. “È una vetrina mondiale per quella che è la cultura italiana – ha spiegato ad askanews il presidente AIE – al tempo stesso è anche un grande evento economico perché evidentemente l’editoria vive di fatturati e di crescita delle vendite e questa è un’occasione per esportare titoli italiani nel mondo e quindi avere una crescita di fatturato che poi si moltiplica perché quando un autore è conosciuto nel mondo questo in genere ne attira altri perché bene o male si comincia a conoscere quella che era la nuova editoria italiana”.

Tra gli autori ospiti anche diversi nomi emergenti, come Ginevra Lamberti, a cui abbiamo chiesto che cose rappresenta per una scrittrice oggi la partecipazione a un evento come la fiera di Francoforte. “Incontrarsi, confrontarsi e aprirsi quanto più possibile a idee e a storie e a letterature – ci ha risposto -. Peraltro questo è anche il valore fondamentale del concetto di traduzione in sé per sé, cioè la veicolazione, la trasversalità, la distribuzione delle conoscenze che comunque moltiplicano le possibilità”.

E il concetto di moltiplicazione, nel senso di ampliamento dello spettro, è molto caro a Mazza e al progetto italiano. “È un programma pensato all’insegna della libertà, di una grande pluralità di voci – ha concluso il commissario -. Una pluralità che non sempre è stata la stella polare di rassegne librarie e di convegni culturali. Nel lavoro fatto finora non abbiamo rinunciato a nostra identità, ma abbiamo sempre avuto presente che ci rivolgiamo agli editori, agli addetti ai lavori di tutto il mondo”.

Alla presentazione è intervenuto anche l’architetto Stefano Boeri, che per il padiglione italiano ha progettato una grande piazza, fisica e simbolica.