> > Logistica, Italia fanalino di coda in Europa, per FAI "manca una strategia"

Logistica, Italia fanalino di coda in Europa, per FAI "manca una strategia"

paolo ugge

Italia al 19° posto nel Logistic Performance Index. Paolo Uggè chiede interventi urgenti su infrastrutture, porti, ferrovie e intermodalità

Secondo il Logistic Performance Index (LPI) 2025, l’Italia mantiene il 19° posto, confermando anni di stagnazione nella logistica. «Rimaniamo indietro rispetto agli altri Paesi europei, nonostante i mercati cambino e i flussi internazionali evolvano. È evidente che manca una politica dei trasporti chiara e strategica» commenta Paolo Uggè, presidente FAI-Conftrasporto.

Trasporti e logistica: una strategia interrotta

«Negli anni 2000, la Consulta del trasporto e della logistica era un luogo di confronto tra imprese, istituzioni e mondo produttivo per definire strategie condivise. La chiusura dell’organismo da parte del governo Monti ha interrotto un dibattito essenziale. L’ultimo Piano Generale della Logistica approvato dal CIPE risale a quegli anni, e da allora nessun governo ne ha adottato altri”, ricorda ancora il numero uno della Federazione Autotrasportatori Italiani.

Secondo Uggè, la rete stradale verso porti e interporti è congestionata, con ritardi medi superiori ai 30 minuti in gran parte del Paese. Porti strategici come Gioia Tauro, Genova, Napoli e Trieste risultano saturi, mentre altri, come Taranto e Cagliari, sono sottoutilizzati. «Il trasporto ferroviario delle merci in Italia è in crisi, mentre i servizi internazionali crescono. Non basta ammodernare singoli segmenti della rete: serve una visione complessiva e strategica» dichiara.

Valichi alpini: interscambio europeo a rischio

I valichi alpini gestiscono l’87% dell’interscambio commerciale con l’UE, con il 68% su strada e il 32% su ferrovia. Blocchi unilaterali, come quelli al Brennero da parte dell’Austria, la chiusura trentennale del traforo del Monte Bianco e le restrizioni sul Gottardo mettono a rischio la continuità dei traffici.

«Se questi percorsi non funzionano, l’economia italiana ne paga le conseguenze. Le infrastrutture da sole non bastano. Occorre sviluppare intermodalità, aumentare l’accessibilità dei trasporti e garantire la libera circolazione di merci e persone. Senza una governance chiara, gli investimenti rischiano di essere inefficaci”, afferma ancora il presidente FAI Conftrasporto.

Italia Disconnessa: una priorità ancora irrisolta

Dieci anni fa, FAI Conftrasporto presentava lo studio “Italia Disconnessa”, evidenziando la necessità di connettere meglio il Paese. Uggè chiude con un monito chiaro: «È il momento di superare slogan e burocrazia e di agire concretamente, rimettendo in discussione processi decisionali come il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. L’economia italiana dipende dalla capacità di trasportare merci e persone in modo efficiente»