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La manna, con i suoi riferimenti biblici e i suoi profondi significati teleologici. Un territorio – le Madoniepalermitane – che ancora oggi raccoglie dagli alberi di frassino questo patrimonio unico per qualità, tradizione e valore nutrizionale.
Un’azienda dolciaria che da più di mezzo secolo fa del legame con la natura una sorta di marchio di fabbrica.
E un richiamo papale, quello dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, che in tempi di climate change suona sempre più come un monito a sostenere l’ambiente con gesti concreti più che con le parole.
La manna: dal cielo biblico alle Madonie
Prendete questi elementi, shakerateli e fateli incrociare non in un giorno qualunque, ma nella Giornata Mondiale che ogni anno, il 21 novembre, celebra l’Albero. Il risultato: da ieri i Giardini Vaticani ospitano due piante in più, un paio di esemplari di Fraxinus ornus e Fraxinus angustifolia, gli alberi dai quali si ricava la tradizionale “manna eletta delle Madonie”, raro e pregiatissimo essudato zuccherino dei frassini che nei territori di Castelbuono e Pollina gli ultimi frassinicoltori raccolgono ancora artigianalmente, come si faceva una volta.
«La manna biblica – ricorda padre Paolo Fiasconaro, vero deus ex machina di quest’evento – è il cibo provvidenziale che sfamò gli Israeliti durante i 40 anni di peregrinazione nel deserto. Più che un semplice nutrimento, rappresenta il “pane del cielo” e il “cibo degli angeli”, simbolo della Parola di Dio e della cura divina, un concetto che attraversa le Scritture fino a San Paolo e all’Eucaristia cristiana».
Oggi la manna, insomma, non piove più dal cielo nel deserto ma germoglia dalla terra di Castelbuono: «Sì, il buon Dio ha baciato un lembo di terra in Sicilia, nelle Madonie palermitane, precisamente nei territori di Castelbuono e Pollina, comprensorio dove infatti vi sono grandi estensioni di alberi del genere Fraxinus – racconta sempre padre Paolo – sappiamo che in tutto il mondo esistono tante specie di frassino, ma quelli coltivati nel territorio madonita sono unici, perché hanno un particolare lignaggio biologico».
Due frassini nei Giardini Vaticani: simbolo di cura del creato
E dalle Madonie adesso questi arbusti hanno messo radici in Vaticano. La piantumazione nei 24 ettari dei Giardini Vaticani è avvenuta nel corso di una cerimonia officiata direttamente dal Segretario Generale del Governatoratodella città leonina, l’Arcivescovo Emilio Nappa, alla quale ha partecipato una delegazione sicula proveniente da quel territorio dove oggi un centinaio di anziani o poco più mantiene ancora viva la coltura dei frassini da manna, scongiurando la scomparsa di questo patrimonio vegetale che per secoli ha rappresentato una risorsa portante dell’economia locale. L’abilità di questi “mannaruoli” permette, con gesti antichi e pazienza infinita, da luglio a settembre, di raccogliere quotidianamente la linfa dolce che, a contatto con l’aria, si solidifica dando origine ai “cannoli”, la manna pura, testimonianza di saperi tradizionali e di legame profondo con la natura.
È stato l’Arcivescovo Nappa a sottolineare il legame con l’Enciclica di papa Bergoglio: «Piantare nuovi alberi – sono state le sue parole – significa mantenere vivo il creato e rispettare l’ambiente. Lo è ancor di più quando le piante hanno un chiaro riferimento biblico e sono legate a una tradizione millenaria come quella della manna delle Madonie».
Una frase che fa il paio con quella proferita dall’Arcivescovo di Cefalù, monsignor Giuseppe Marciante, che lì, in mezzo ai Giardini Vaticani, ha voluto ricordare il valore universale della manna nelle Scritture: «La manna era per tutti. La piantumazione dei frassini è un simbolo di dono, cura del creato e attenzione agli ultimi. I fratelli Fiasconaro non si dimenticano mai degli ultimi».
Fiasconaro e la manna: custodi di una tradizione secolare
Già, i Fiasconaro. L’intera iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo dell’azienda dei tre fratelli – Nicola, Fausto e Martino – che da 75 anni, a Castelbuono, trasforma materie prime locali come la manna delle Madonie in eccellenze artigianali oggi apprezzate in tutto il mondo. Il loro primo panettone, non a caso, si chiamava significativamente “Mannetto”. Per i Fiasconaro, ogni raccolta e lavorazione, del resto, è un atto di sostenibilità e di cura del territorio: valori che oggi trovano una rappresentazione simbolica nei due frassini piantati nei Giardini Vaticani. L’azienda si sente custode di una tradizione secolare.
«La manna delle Madonie è la nostra linfa più identitaria – ha spiegato il maestro pasticciere Nicola Fiasconaro – un dono raro, con un gusto che non assomiglia a nient’altro, e che portiamo in pasticceria con rispetto. Nasce dal frassino, tra Castelbuono e Pollina, dove in estate i raccoglitori incidono gli alberi e lasciano che la linfa si asciughi al sole diventando i famosi “cannoli” bianchi. È un lavoro antico, fatto di pazienza e di mani esperte. Questa terra le dà un carattere unico: dolcezza mai esagerata, profumo pulito, un tocco quasi floreale. Per noi è un ingrediente prezioso, perfetto per panettoni, colombe, creme e tante delle nostre creazioni. Da anni sosteniamo la filiera della manna e i “mannaruoli”, che all’alba vanno nei frassineti e raccolgono questi fili uno a uno. Sono loro i veri custodi di questa tradizione, e noi continuiamo a essere al loro fianco», ha concluso.
Madonie palermitane, anche i sindaci presenti
«Oggi consegniamo ai Giardini Vaticani due specie di frassini diverse, piante che hanno accompagnato per secoli lo sviluppo delle attività umane: dagli sci agli attrezzi agricoli, fino al loro utilizzo nella farmacopea tradizionale» gli ha fatto eco il prof. Rosario Schicchi, direttore dell’Orto Botanico di Palermo, evidenziando anche la rilevanza botanica dell’iniziativa.
Tra i presenti, anche i sindaci dei Comuni madoniti – Mario Cicero (Castelbuono), Pietro Musotto (Pollina) e Marcello Catanzaro (Isnello) – hanno testimoniato l’unità del territorio nella salvaguardia di un patrimonio naturale, culturale ed economico unico.
La cerimonia di piantumazione si è conclusa, dulcis in fundo, con una degustazione di prelibatezze alla manna targate Fiasconaro anche per omaggiare i giardinieri vaticani e il lavoro prezioso che svolgono. Ma il rinfresco, per Nicola Fiasconaro, «è stato un convivium, non un menù: un incontro tra territorio, comunità e tradizione che oggi trova un luogo simbolico nel cuore della cristianità».
Un modo per dire che i due frassini piantati nei Giardini Vaticani hanno suggellato un impegno concreto: preservare un patrimonio millenario, valorizzare l’eccellenza artigianale siciliana e promuovere – assieme a un altro gesto annunciato nell’occasione, ossia il dono di mille panettoncini Fiasconaro ai bambini del Bambin Gesù – un messaggio di speranza, dono e responsabilità verso le generazioni future, rafforzando il legame tra uomo, natura e fede.